Il vice primo ministro Matteo Salvini si sta scrollando di dosso le accuse secondo cui il suo partito, la Legaha cercato di ottenere finanziamenti illegali dai russi attraverso un accordo sulla vendita di petrolio.

Lo scoop della newyorkese BuzzFeed basato su una registrazione audio lo ha spinto al centro della scena politica.

Le accuse persistenti hanno assunto un nuovo slancio questa settimana quando il settimanale L’Espresso ha pubblicato documenti riservati riguardo i negoziati sull’affare petrolifero discusso all’hotel Metropol di Mosca. Corrispondenza tra la banca d’investimento Euro-IB, rappresentata dall’avvocato Gianluca Meranda, l’ex portavoce di Salvini, Gianluca Savoini (presidente dell’associazione culturale Lombardia-Russia) e personaggi russi non identificati che rappresentavano due compagnie petrolifere russe.Secondo L’Espresso, l’accordo avrebbe assicurato un finanziamento grazie all’esportazione di petrolio, deviando i profitti al partito della Lega prima della campagna elettorale europea di maggio. Ma la rivista ha anche ammesso di non avere le prove che l’accordo sia mai stato concluso.

I parlamentari dell’opposizione hanno chiesto spiegazioni a Salvini e al suo partito, invitandolo a chiarire quanto prima in Parlamento. Ma Salvini sta ignorando gli attacchi su questa vicenda perché sostiene di non aver concretizzato nessun accordo e perché non ha partecipato alla riunione del Metropol anche se era a Mosca in quel momento. Dichiara che non vuole commentare fantascienza e fantasia, preferisce concentrarsi invece alla lotta contro la criminalità, a frenare l’immigrazione e introdurre l’aliquota unica delle imposte attraverso la flat tax.

L’Italia attende la prossima mossa di Salvini. Il leader della Lega sta tenendo oramai il paese paralizzato con la sua decisione di uscire dalla coalizione governativa con il Movimento 5stelle. Sta cercando di capitalizzare sempre più la sua vittoria nell’ultimo voto parlamentare europeo facendo affidamento sulle elezioni anticipate in autunno come il modo migliore per diventare premier. Mai come in questo momento Salvini è stato così vicino a far cadere il governo. Il modo migliore per distogliere l’attenzione da un possibile scandalo. 

Sulla presunta trattativa dei rappresentanti russi, vicino al governo di Vladimir Putin, per vendere 3 milioni di tonnellate di gasolio ad una compagnia petrolifera italiana (ENI), i pubblici ministeri di Milano hanno aperto un’inchiesta per verificare possibili reati di corruzione internazionale. I presunti fondi russi alla Lega rappresenterebbero una violazione della legge italiana che vieta ai partiti politici di accettare grandi donazioni straniere. Interrogato su questol’ex portavoce di Salvini, Savoini, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Ma nonostante tutto, la vicenda sta aumentando la popolarità di Salvini invece di scalfirlo e sembra aver compattato l’elettorato di destra. I numeri della Lega nell’ultimo sondaggio sono in aumento. Gli elettori populisti non si preoccupano del Cremlino perché sono generalmente solidali con il presidente russo Putin e perché ritengono falsi i resoconti dei media sulla vicenda dei presunti fondi russi.

Comunque sia, l’esistenza della registrazione di un negoziato dettagliato solleva alcuni interrogativi sui legami tra Mosca e il partito della Lega di Salvini. Con i leader occidentali che lottano per fare i conti con i tentativi russi di indebolire le loro democrazie, questa vicenda suggerisce che il più potente avversario euroscettico populista dell’Unione europea potrebbe essere colluso con il Cremlino.

Finora la classe dirigente europea non è riuscita a convincere un numero significativo di elettori dell’idea che Putin sia una minaccia, malgrado il Cremlino stia diventando un attore importante nella politica europea e continuerà a cercare sempre più porte aperte.

Per molti elettori della Lega però, il mondo attuale è la negazione del mondo tradizionale come è stato conosciuto, e la Russia per loro pare oggi l’unico faro verso cui guardare con speranza.