Il 14 settembre si è svolto come previsto il corteo organizzato dal CSOA il Molino e vi hanno preso parte circa 500 persone. La Polizia cantonale e la Polizia della città di Lugano hanno fatto sapere che si è trattato di una manifestazione “prevalentemente pacifica” senza “infrazioni o problematiche particolari”, nonostante occasionalmente siano stati usati alcuni pezzi pirotecnici. I manifestanti hanno anche appeso volantini e striscioni in alcuni punti della città.
I cosiddetti “molinari” hanno sfilato per rivendicare il loro diritto di mantenere gli spazi a loro concessi nell’ex macello. Come è noto da qualche mese il nuovo progetto presentato dal Municipio non prevede alcuno spazio autogestito all’interno della struttura.

Diverse le persone venute anche da altri Cantoni della Svizzera per manifestare assieme ai Molinari. Il corteo è partito dal Cinestar di Lugano ed è arrivato fino alla Piazza Molino Nuovo, con tanto di sosta vicino alla sede della Lega in via Monte Boglia, dove sono stati lanciati dei petardi e dei fumogeni. A parte questo la sfilata è stata  pacifica con canti, musiche e persino qualche bambino che si è unito al corteo. Al termine della manifestazione è stata organizzata anche una cena e alcuni spettacoli in Piazza Molino Nuovo. Un luogo non scelto a caso: “Concluderemo la nostra giornata in una delle ultime piazze di quartiere che si ostina a rimanere tale, nonostante le retate e i soprusi di polizia nei luoghi di ritrovo e i cantieri della devastazione edilizia” hanno dichiarato i molinari.

“Autogestione, contro ogni oppressione”, “Contro il nulla che avanza l’autogestione è speranza” sono solo alcuni degli slogan scritti sugli striscioni dei partecipanti il cui scopo è quello di rivendicare il proprio posto nell’ex macello. “Le città che vogliamo sono quelle abitate da pratiche e culture autogestite, dall’autodeterminazione dei corpi, dei generi, degli ecosistemi, dei popoli in resistenza. Nelle quali si riconosce la libertà di muoversi, attraversare e di poter restare, per ognuno e ognuna!” hanno dichiarato i (perlopiù molto giovani) manifestanti.

Per l’occasione il Municipio ha adibito una “zona rossa” che i molinari non potevano oltrepassare per non interferire con altre manifestazioni. La contestata zona “recintata” comprendeva Via Balestra, Viale Cassarate, Viale Cattaneo (Parco Ciani compreso), Riva Albertolli, Riva Vela, rotonda LAC, via Adamini, Via Maraini, Tunnel di Besso, Via San Gottardo e Via Pelli.