di Cristina T. Chiochia

Parlare di Leonardo significa affrontare una caratteristica tipica italiana non sempre apprezzata nel mondo: la curiosità. Architettura, urbanistica, scultura, tutto parla di Rinascimento in Italia, eppure, non sempre gli “artigiani di corte” di quegli anni, cosi eclettici e curiosi, venivano tanto apprezzati dai loro signori. Tranne alcuni, in primis, Leonardo da Vinci, a Milano.

Immagine Wiki commons (Gpaolo)

Parlare delle celebrazioni che la città di Milano riserva al suo “genio” preferito, dunque non è compito facile. Leonardo visse lungamente a Milano al servizio del Duca Ludovico Sforza e la vicinanza della città alla Svizzera, consente un piccolo excursus tra alcuni degli eventi in programma al fine di apprezzarne forse, di più la conoscenza, con una gita fuori porta.

Se molti degli angoli più suggestivi della città e della campagna limitrofa,in Lombardia, sono opera sua per i 500 anni dalla morte di Leonardo, colpisce la manifestazione ufficiale per la sua ricchezza e varietà: “Leonardo500”, cosi si chiama il cartellone riserva tanti esempi differenti di come il genio di quest’uomo italiano, vissuto oramai tanto tempo fa, abbia cambiato un po’ il destino del mondo e il modo di essere un pittore, scultore, musicista, inventore, ingegnere militare riconosciuto.

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Tra i moltissimi eventi in programma è stato presentata alla stampa la scorsa settimana e visitabile sino al 12 Gennaio 2020, la bella mostra “Leonardo da Vinci ed il suo lascito: gli artisti e le tecniche” presso la Biblioteca Ambrosiana, cuore dell’esposizione del Codice Atlantico di Leonardo a Milano. Come recita il comunicato stampa, questo è ” l’ultimo appuntamento del ciclo di quattro esposizioni, programmato dal Collegio dei Dottori della Biblioteca Ambrosiana e curato dai maggiori esperti del maestro toscano, patrocinato dal Comitato Nazionale e dal Comitato Territoriale per le celebrazioni dei 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci”. Grazie anche al bellissimo catalogo di Silvana Editoriale, la curatrice Benedetta Spadaccini è riuscita a presentare i 30 disegni in mostra nel modo più affascinante possibile: attraverso non tanto a l’iter cronologico che va dalla fine del quattrocento ai primi decenni del cinquecento dei singoli autori, ma attraverso “cosa” significasse essere artisti della cerchia di Leonardo. La bellezza del loro lavoro come una sorta di “laboratorio educativo”, quasi esplorando, nella visione dei disegni cosa significasse esplorare in prima persona il modo di lavorare di Leonardo. In mostra, tanti in folio, dove lavorare sugli stessi appunti del maestro, significava per questi artisti, sia allievi, seguaci e già famosi o meno di quel periodo, svilupparono competenze e nuovi modi di pensare e di fare. Grazie alle profonde novità che Leonardo introdusse come “attitudine sperimentale” la nuova mostra dell’Ambrosiana permette dunque una bella riflessione sui diversi aspetti dell’arte.

Sempre in linea con questa riflessione e la grande curiosità del genio, ecco l’evento “Intorno a Leonardo. Opere grafiche dalle collezioni Milanesi”al Castello Sforzesco, sino al 15 Dicembre 2019 dove sono sempre presenti anche opere grafiche delle collezioni della Biblioteca Ambrosiana. I famosi “nodi” leonardeschi.

Intrecci di corde e nodi con chiari richiami a sale del Castello milanese, insieme a cavalli, monumenti e studi di teste, oltre che alcune caricature. Ma sono altri due eventi interattivi sempre presso il Castello Sforzesco di Milano durante queste celebrazioni a far emergere la grande curiosità e libertà espressiva del genio vinciano: “sotto l’ombra del moro, la sala delle Asse”, fino al 12 gennaio 2020, la prima. Che ha, oltre che contenuti scientifici legati al restauro (della grandiosa ornamentazione allegorica della Camera de’ Moroni poi detta Sala delle Asse) , lungo il pianterreno nella torre del Castello. La sala, malamente conservata e rimaneggiata, grazie alla istallazione multimediale torna al tempo di Leonardo, non solo evidenziandone l’uso dei nodi (detti appunto leonardeschi) ma fa incuriosire il visitatore grazie alla “passerella” allestita, su cui si può ammirare da vicino il cosi’ detto “monocromo” e disegni preparatori emersi sulle pareti durante l’ultimo restauro.

L’altra istallazione interessante è “Leonardo a Milano”, nella Sala delle Armi sempre del Castello Sforzesco. Essa propone un tour virtuale nei luoghi milanesi amati da Leonardo tra spazi urbani e aneddoti sulla sua vita. Concludendo quindi, la cosa che colpisce in questo particolare aspetto settembrino delle celebrazioni è l’idea del “lascito” di Leonardo che grazie a stimoli di curiosità, continua ad essere apprezzata. Cosa che emerge anche da un’altra mostra della Veneranda Biblioteca Ambrosiana nella sala Sottofedericiana proveniente dall’allestimento francese nella Chiesa di Saint Florentin ad Amboise, in Francia: Corrado Veneziano che interpreta “a suo modo” con 30 opere ispirate al suo “Leonardo Atlantico”.

Il progetto, presentato nel programma ufficiale francese sui festeggiamenti del 500 anniversario della morte del genio italiano e a Matera capitale della cultura 2019 è stato scelto, forse, proprio per dare spazio a questo genere di artisti che spaziano da micro a macro mondi artistici. In questo caso, artista nato da un piccolo paesino ricco solo di una natura incontaminata, Tursi, che come il maestro proveniente da Vinci, va “di corte in corte” anche all’estero, per significare la propria arte, grande o piccola che sia, per essere e sentirsi libero. Che gode di patrocini illustri ,a partire dal Presidente della Repubblica Francese al museo del Louvre all’osservatorio astronomico di Firenze al museo nazionale Ridola di Matera, ma che ha le sue opere senza cornice, appuntate con sole puntine da disegno, libere appunto, da qualsiasi vincolo estetico e di forma e che nascono dalla curiosità del Veneziano per il grande genio di Leonardo.

Una storia contemporanea, fatta di un amore per Leonardo da Vinci ed il suo codice, che meritava sicuramente di essere raccontata, al fine di far emergere, forse ancor di più il senso del messaggio dello spirito di Leonardo da Vinci durante queste celebrazioni: un grande amore per la libertà e la curiosità indagandosi sulla natura del mondo.

Come quel motivo del Codice Atlantico dell’uccello ingabbiato combinato con i rami intrecciati con la frase:”i pensieri si voltano alla speranza” disegnato dal grande maestro. Perchè la sete di conoscenza spalanca sempre le porte della libertà. Parola di Leonardo da Vinci.

Cristina T. Chiochia