Durante la giornata di ieri si sono svolte le elezioni presidenziali in Afghanistan. Le votazioni erano state rinviate per ben due volte negli ultimi mesi e anche quelle di ieri si sono svolte in un clima di terrore e bassa affluenza. A demotivare gli aventi diritto di voto le continue minacce dei talebani che hanno promesso attacchi terroristici in tutto il paese allo scopo di spaventare e disincentivare gli elettori.

I due favoriti alle elezioni sono senza ombra di dubbio il presidente uscente Ashraf Ghani e il capo del governo Abdullah Abdullah. Il primo ha un’educazione occidentale, ha vissuto e studiato a lungo negli USA e ha lavorato per la Banca Nazionale. Durante la sua presidenza ha cercato di rimettere il paese sui binari giusti promuovendo una serie di norme contro la corruzione ma senza raggiungere risultati soddisfacenti. Il suo avversario Abdullah Abdullah non sembra avere l’intenzione di cedere la vittoria per la seconda volta al suo avversario, dopo la sconfitta del 2014.

Un importante tema di dibattito dei due candidati è stato senz’altro la questione talebana. Il gruppo estremista sta infatti continuando a terrorizzare il paese. Anche in occasione delle elezioni di ieri diversi attentati sono stati organizzati nei vari seggi. Nel distretto di Sorkh Rod ha causato un morto, così come a Kundur un osservatore è stato ucciso da un razzo. Inoltre circa 15 agenti sono stati feriti in un’esplosione a Kandahar.

Tuttavia, nonostante questo, le violenze causate dai talebani si sono ridotte del 90% rispetto all’ondata d’odio a cui si era assistito nel 2014. Gli “studenti coranici” avevano avvertito “i cittadini che intendono partecipare al processo elettorale, di star lontani dai seggi per non esporsi a pericoli” ma la minaccia non si è concretizzata come molti temevano. Sembrerebbe che questa volta i talebani abbiamo preferito un approccio più politico per mandare un messaggio al governo: al posto di un massacro senza fine, gli estremisti hanno messo in atto la strategia di bloccare le strade, i trasporti e ogni via di collegamento in alcune regioni. In questo modo hanno sottolineato il fatto che hanno in mano il controllo del territorio.

Attualmente i talebani non hanno nessun contatto con il governo afghano che ritengono illegittimo. L’unico paese che stava conducendo i negoziati con loro sono gli Stati Uniti ma anche questo legame sembra essere appeso a un filo. Un primo incontro tra i talebani e alcuni rappresentati statunitensi era previsto per questo mese ma una serie di attentati ha spinto il presidente Donald Trump a cancellare i negoziati.

Qualsiasi sia il risultato delle elezioni, che si saprà solo tra diverse settimane, i talebani sanno di non avere nessuna chance di entrare nel governo, e il leader che verrà avrà il delicatissimo compito di riuscire ad avviare i colloqui con i talebani per porre finalmente fine al sanguinoso conflitto interno.