La sera del 3 ottobre 1226, un uomo, presso un luogo da lui molto amato chiamato la Porziuncola, in Umbria, si stava spegnendo., Aveva appena dettato la Regola ai suoi confratelli, e squarciato, tra le nubi della religione, un nuovo mondo. Si chiamava Francesco, ed era nato circa 45 anni prima ad Assisi.

Figlio di un ricco mercante, Bernardone, aveva rinunciato, rigettandole, alle ricchezze paterne, per seguire la via della povertà, e della religione nel creato: da qui la sua attenzione al mondo animale e faunistico.

Era stato alle Crociate, per difendere il mondo cristiano da cui proveniva; imprigionato dal sultano, lì aveva compreso come quel popolo d’altra religione non si sarebbe potuto convertire, bensì era dal proprio che bisognava cominciare. Così, ritornato, aveva dato inizio ad una vera e propria rivoluzione religioso – sociale. Così narra Dante nel Canto XI del Paradiso il mistico matrimonio di Francesco con la Povertà:

Ma perch’ io non proceda troppo chiuso,
Francesco e Povertà per questi amanti
prendi oramai nel mio parlar diffuso. 

La lor concordia e i lor lieti sembianti,
amore e maraviglia e dolce sguardo
facieno esser cagion di pensier santi; 

 

Ora, fuori dalla porta attendevano religiosi, devoti e fanatici, pronti a impossessarsi delle reliquie del morente, frenati in tempo dalle guardie d’Assisi.

Quando spirò, il 4 ottobre, il suo corpo venne portato  attraverso Assisi, poi sostò nel monastero delle Clarisse, ove Chiara e le sue consorelle poterono dargli un ultimo addio. Anche quell’ordine monacale era nato grazie a lui.