Lo slogan tormentone di Bill Clinton, poche semplici parole, nella campagna elettorale del ’92 lo portò a una sorprendente vittoria contro un George Bush senior che era considerato favorito. The economics, stupid! Dovrebbe essere più che mai attuale anche oggi. Curioso invece come da un po’ di anni a questa parte non si sente parlare di economia, nemmeno dai partiti che si proclamano difensori di libero mercato e iniziativa privata.

Al contrario, stiamo assistendo a una crescente burocratizzazione con un aumento esponenziale di regole e leggi, e susseguenti aumenti di tasse e balzelli occulti. Aumenti spropositati d’imposta di circolazione, benzina, casse malattia, senza dimenticare l’aumento di multe e costi generati da via sicura.

Parlando con cittadini e vari commercianti nelle nostre città, è impossibile non percepire il malcontento per un modo di fare divenuto troppo persecutorio. Beninteso, sono sempre stato un difensore della sicurezza e delle misure per proteggere la vita e l’integrità della persona. Tuttavia, come alcuni recenti casi hanno dimostrato, sorge legittimo il sospetto che il fine, più che la nostra sicurezza, sia piuttosto quello di aumentare le entrate.

Mi sorge in mente una domanda sostanziale. Nessuno si rende conto che queste imposte e balzelli sottraggono, in modo persistente e subdolo, risorse importanti alla nostra economia locale? Chi ci governa sembra aver dimenticato i basamenti elementari dell’economia, come il moltiplicatore, esposto dall’economista inglese John Maynard Keynes nella sua “Teoria generale della moneta dell’interesse e dell’occupazione”.

Bill Clinton e Monica Lewinsky nello Studio ovale. Immagine Wiki commons, White House

Il moltiplicatore misura infatti la percentuale di incremento del reddito nazionale in rapporto all’incremento di una o più variabili macroeconomiche componenti la domanda aggregata: consumi, investimenti e spesa pubblica. Il reddito percepito da un soggetto viene destinato in parte al risparmio e in parte al consumo. Le scelte personali dipendono dal reddito e dalla situazione famigliare e lavorativa. Quindi, sottraendo una parte del reddito al cittadino, si causa un minor consumo, un minor consumo causa una minor domanda di beni e una minor domanda provoca una minor produzione.

Esattamente l’opposto di quanto proponeva Keynes, cioè iniettare denaro nell’economia locale, per aumentare i consumi e creare nuovi posti di lavoro. Oggi tutti sembrano avere dimenticato, e si sta facendo il contrario, ostacolando la domanda interna. L’atteggiamento, non solo da noi, questo invero sembra essere un problema continentale, di autorità interessate solo a incassare, disperate per mantenere una macchina burocratica cresciuta a dismisura e sempre più simile a un leviatano biblico, ci porta a un lento e inarrestabile declino.

Appare più che mai attuale e opportuno ripetere ai nostri indolenti governanti lo slogan usato da Clinton: L’economia, stupidi!

Giorgio Giacomazzi, segretario della Lega Verde e candidato al Nazionale