Continua il braccio di ferro tra l’avvocato Padlina, che agisce quale provato cittadino e non quale rappresentante del PPD, e il Consiglio di Stato.

Il governo non ha fornito all’avv. Padlina tutta la documentazione da lui pretesa. Per tale ragione, ieri nel pomeriggio, l’avvocato ha lamentato “una crassa violazione dei diritti costituzionali e procedurali”. Il contenzioso dunque prosegue.

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Il punto cruciale

Centrale nell’argomentazione dell’avv. Padlina è il ritardo con cui alcuni comuni hanno (o potrebbero avere) spedito il materiale di voto per il ballottaggio all’estero. Ritardi sono stati accertati (secondo LiberaTV) nei comuni di Neggio, Vacallo e Serravalle, e anche in un quarto.

Altri dati importanti

  • Dall’estero sono giunte 113 schede in ritardo. Esse sono state escluse dallo spoglio.
  • Le 113 appartengono a 47 comuni
  • Altri 32 comuni non hanno ricevuto buste dall’estero in ritardo.
  • Dei restanti 36 comuni nulla per il momento si sa.

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  • L’obiettivo massimo dell’avv. Padlina è ovviamente l’annullamento del voto, cui seguirebbe la sua ripetizione.
  • Essa potrebbe, in teoria, essere ordinata dal Tribunale federale.
  • Il Consiglio di Stato, che può esprimere un parere ma non decidere (poiché la prima decisione spetta al TRAM), si è già espresso negativamente sul ricorso.
  • Come già detto, l’avv. Padlina agisce a titolo personale, e questo è vero a livello formale, se non sostanziale. Il PPD non ricorre e Filippo Lombardi non ricorre (come ha dichiarato sin dal primo minuto).

Noi seguiamo con attenzione e interesse il caso, restando neutrali. La nostra personale previsione è che non cambierà nulla. Nel qual caso il PPD potrebbe proporsi come vittima di un’ingiustizia. Oppure lasciare la parola al solo avvocato Padlina.

La mossa iniziale dell’avvocato era assai delicata (e sarà stata adeguatamente meditata) perché, per forza di cose, avrebbe coinvolto il partito.