La scomparsa del giornalista Jamal Khashoggi dal consolato saudita di Istanbul, in Turchia, 
ha avuto da parte dalle autorità saudite tre interpretazioni distinte ma dissimili e contradditorie per giustificare quello che è successo. La macabra uccisione del giornalista critico nei confronti del governo saudita ha sbalordito tutti gli alleati occidentali facendo precipitare il paese arabo nella sua peggiore crisi diplomatica.

L’esperta francese dei diritti umani e relatrice speciale della Nazioni Unite Agnes Callamard, aveva pubblicato a giugno un rapporto a seguito di una sua inchiesta che riassume in conclusione che la morte di Khashoggi è stata unesecuzione stragiudiziale di cui lo stato saudita è responsabile e che esistevano prove credibili per avviare ulteriori indagini nei confronti di alti funzionari di stato, tra cui il principe ereditario Mohammed bin Salman, responsabili personalmente del crimine. “I sicari sono colpevoli e sono stati condannati a morte. Le menti dell’omicidio sono libere a malapena toccati dalle indagini e dal processo. Questa è l’antitesi della giustizia. È una presa in giro”, ha affermato Callamard basandosi sulle sue scoperte.

L’indagine della Corte del tribunale di Riyad si è conclusa con la condanna a morte di cinque degli undici uomini ufficialmente non identificati ma sotto processo,mentre altri tre sono stati condannati a 24 anni di prigione per aver coperto il crimine e violato la leggeTre imputati sono stati ritenuti non colpevoli, tra cui Saud al-Qahtani, uno dei consiglieri senior più fidati del principe ereditario, non è stato infatti possibile comprovare il suo coinvolgimento nella raccapricciante morte del giornalista. Il suo rilascio senza nessuna accusa farà accrescere i sospetti in quanto in precedenza il vice procuratore Shaalan bin Rajih Shaalan aveva affermato che Saud al-Qahtani era stato coinvolto in discussioni telefoniche con Khashoggi e con la squadra inviata a Istanbul.

Saud al-Qahtani ha agito in coordinamento con il vice capo dell’intelligence saudita, Ahmed al-Asiri, il quale aveva ordinato il rimpatrio involontario di Khashoggi dalla Turchia.

Un verdetto che esonera e protegge il gruppo di persone vicine al principe ereditario coinvolte nell’omicidio e che risulta incompatibile con tutte le conclusioni tratte dalle indagini della CIA e delle altre agenzie occidentali di intelligence che affermano la partecipazione diretta del principe Mohammed bin Salman, che avrebbe ordinato personalmente l’assassinio del dissidente KhashoggiLe ampie prove dimostrano che la squadra composta da 15 uomini era arrivata a Istanbul con l’intenzione di uccidere. 

L’editore e amministratore delegato del The Washington Post Fred Ryan, ha dichiarato che la totale mancanza di trasparenza e il rifiuto di collaborazione da parte del governo saudita con gli investigatori internazionali suggerisce che si tratta di un processo superficiale. Ricordiamo che Jamal Khashoggi era un editorialista nelle colonne dedicate agli affari esteri dell’importante quotidiano americano pubblicato a Washington DC.

Il principe Mohammed bin Salman ha negato qualsiasi coinvolgimento ma ad ottobre ha affermato di essersi assunto la piena responsabilità come leader del Regno dell’Arabia Saudita, soprattutto perché è stato commesso da persone che lavorano per il suo governo.Ma il principe potrebbe sbagliarsi se pensa che la vicenda sia finita di fronte al fatto che l’uccisione ha svergognato il paese e causato danni permanenti per la sua posizione nel mondo e per la sua reputazione.

Sono state indagate per questo omicidio un totale di 31persone. 21 sono state arrestate e 11 sono state infine rinviate a giudizio presso il tribunale penale di Riyad dove il pubblico ministero ha chiesto la condanna a morte per cinque di loro. Un verdetto non all’altezza delle aspettative di tutta la comunità internazionale. 

La Corte d’Appello e la Corte suprema dovranno confermare le condanne.

Una delle pochissime persone che sembra credere alla versione ufficiale dell’autorità saudita è il presidente americano Donald Trump. Ha affermato che lo scandalo Khashoggi non farà deragliare il suo rapporto con i sauditi basato sulla vendita di armi e petrolio. Rinnegando così facendo le indagini della CIA.