l’Iran si trova oggi ad affrontare le più serie proteste del popolo dalla rivoluzione islamica avvenuta nel 1979. “Ci dicono la bugia che è l’America, ma il nostro nemico è proprio qui”, affermano i manifestanti, soprattutto quelli appartenenti ai movimenti studenteschi.

Già a novembre manifestanti iraniani si erano radunati contro le autorità per l’improvviso e consistente aumento dei prezzi del carburante. Una espressione di rabbia che è stata accolta dal presidente statunitense Trump come prova del successo dopo aver deciso a maggio del 2018 di uscire dall’accordo nucleare ritenendolo imperfetto. Slogan ancora più forti contro il regime iraniano vengono intonati in questi giorni dopo aver appreso la notizia dell’abbattimento dell’aereo civile della Ucraina Airlines da parte delle forze di sicurezza islamiche.

Il regime iraniano ha ammesso, dopo averlo negato con forza per giorni, che le sue forze armate avevano abbattuto involontariamente con un missile l’aereo ucraino. Un episodio che potrebbe avere una vasta portata per la credibilità interna e per la posizione del regime. Molte famiglie in Iran hanno subito un colpo devastante. Oltre alle vite perse, innumerevoli altre vite sono state inevitabilmente danneggiate. L’ammissione di responsabilità sarebbe dovuta arrivare prima. Lo stesso giorno dell’incidente sono emersi video e prove che smentivano la frettolosa affermazione sostenuta dai portavoce e diplomativi iraniani di dare la colpa ai problemi meccanici. Le circostanze indicavano chiaramente che l’aereo di linea era stato colpito da un missile terra-aria.

La tendenza iniziale è stata quella di insabbiare la colpevolezza dell’Iran che non poteva essere nascosta. La decisione del presidente dell’Iran, Hassan Rouhani, di esprimere un profondo rimpianto per l’errore umano è inquinata dunque dal ritardo nel farlo e dettata dal fatto che l’Iran alla fine non aveva altra scelta.

Le dimostrazioni si sono diffuse in tutto il paese già accusato dai gruppi per i diritti umani di reprimere le proteste con forza bruta. Quell’unità popolare per l’assassinio del generale Soleimani sembra ora essere andata in frantumi. L’abbattimento dell’aero ucraino suggerisce la mancanza di competenza militare da parte del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche che hanno lanciato il missile fatale. L’aereo ucraino ha avuto incredibilmente l’autorizzazione al decollo in uno spazio aereo poche ore dopo l’attacco balistico da parte dell’Iran alle basi aeree irachene che ospitano truppe statunitensi e le forze islamiche stavano aspettando con nervosismo, dopo un ciclo di ritorsioni, la violenta risposta americana che avrebbe potuto colpirli duramente. I militari iraniani non sono riusciti a distinguere sul radar un grande aereo di linea da un missile nemico. O forse era stato scambiato per un grande aereo militare americano.

La reputazione dell’Iran per l’abilità militare è stata danneggiata. Trump e i suoi sostenitori preferiscono ora concentrarsi sulla questione dell’aereo abbattuto, il più piccolo e il più conveniente argomento. “Il Consigliere per la sicurezza nazionale suggerisce che le sanzioni e le proteste stanno soffocando l’Iran costringendolo a negoziare”, ha twittato Trump domenica mostrando tutta la solidarietà per i manifestanti. “Non uccidere i tuoi manifestanti”, ha scritto Trump usando i disordini per intensificare la pressione sulla Repubblica islamica. In precedenza ha avvertito il governo iraniano che il “mondo sta guardando” e rivolgendosi al popolo iraniano in lingua persiana ha detto “sono stato con voi dall’inizio della mia presidenza e la mia amministrazione continuerà a stare dalla vostra parte”.

La campagna di massima pressione sta forse avendo i suoi effetti. Testimoni e filmati che circolano sui social, confermano che la polizia iraniana ha sparato alle persone che partecipavano alle manifestazioni a Teheran a causa dell’aereo abbattuto. Hanno prima sparato dei lacrimogeni per disperdere la folla e poi hanno iniziato a sparare proiettili ferendo diverse persone. Diversi furgoni militari di sicurezza sono stati visti dirigersi contro i manifestanti che marciavano lungo le strade cantando inni rivoluzionari come “Morte al dittatore” e sfidando le guardie rivoluzionarie islamiche con scritte “Siete il nostro Isis”.

Le vivaci recenti proteste minacciano di rovesciare il regime iraniano proprio mentre stavano guidando un’ondata di sentimento nazionalista a seguito dell’uccisione del generale Soleimani. L’abbattimento dell’aereo civile, che trasportava molti cittadini iraniani, ha umiliato i militari ed esposto alcuni principali leader a mentire al paese fino all’ammissione fatta sabato mattina.

L’Iran soffre di enormi stress umani ed economici. Questo potrebbe essere il momento giusto per tornare al dialogo e non cercare di sfruttare l’incidente aereo per incoraggiare una guerra di logoramento. Nei prossimi giorni assisteremo senz’altro a dichiarazioni iraniane che parleranno della tragedia come risultato dell’avventurismo americano che intensifica la provocazione e il confronto fino al punto di estrema tensione.