Craxi, l’uomo che riuscì…

Alto, con gli occhiali spessi e la calvizie. Indissolubilmente legato ai nomi di Sigonella e di Tripoli, Bettino Craxi moriva esattamente vent’anni fa ad Hammamet, in Tunisia.

Il “socialista potente” robusto, arrogante, senz’altro ritratto del suo tempo, riuscì a far passare il messaggio che il Presidente degli Stati Uniti George Bush lo aveva trattenuto per ben un’ora (in realtà il colloquio durò mezz’ora, negli altri stette in anticamera dello Studio Ovale), quando l’anno prima Ronald Regan gliene aveva concessi, di minuti, soltanto 17.

Riuscì ad ottenere una laurea, ma ad honorem. Infatti era “solo” diplomato.

Riuscì a presentarsi come duro, sì, ma accondiscende coi cronisti: ricorda Maurizio Caprara sul Corriere della Sera, che con loro si intrattenne più volte, per esempio, di ritorno dal ristorante di Rimini, o passeggiando accanto al Muro di Berlino, raccontando gli anni giovanili della Sinistra, quella sinistra diversa che aveva appoggiato i dissidenti dell’America Latina o i comunisti dell’Est.

Già quel muro di Berlino che, una volta abbattuto, avrebbe portato via con se’ il timore dell’Est sovietico. Ecco, questo Craxi non lo capì, si dice. Un giudizio storico che Craxi non ebbe modo di comprendere e di formulare.

Riuscì, infine, a fuggire. Quando il 19 maggio 1994 gli venne ritirato il passaporto per pericolo di fuga, in seguito alla condanna che irrompeva ormai irruente, per lo scandalo finanziario che lo aveva travolto (dall’aspra contestazione a Roma, all’hotel Raphael, di un pubblico inferocito, al grido di “ladri” ai suoi colleghi in Parlamento, in quel giorno definito da Scalfari il peggior giorno della Repubblica Italiana dopo l’uccisione di Moro,), era troppo tardi: Craxi era già fuggito almeno dieci giorni prima: prima in Francia, poi in Tunisia, alla ricerca dell’Asilo politico.

E lì, attorniato dalla moglie Anna e dalle figlie Anita e Stefania, spirò, dopo esser stato gravemente malato e senza permettersi le cure necessarie al diabete melico.  D’Alema propose le esequie di stato, ma rifiutarono tutti: sostenitori, detrattori, famiglia. Quest’ultima rinfacciò all’Italia di non averne permesso il rientro, per un delicato intervento al cuore che sarebbe dovuto esser stato effettuato al San Raffaele e invece fu effettuato (non ottimamente) a Tunisi.

Così Craxi si spense, vent’anni fa, ad Hammamet. Nome che titola un film nelle sale, in questi giorni, a memoria di un personaggio, inevitabilmente, storico.