Una criticata legge è stata approvata il 24 gennaio scorso dalla camera bassa del parlamento polacco. Secondo gli oppositori la norma prevede che i giudici che si esprimono in modo critico nei confronti dell’attuale governo potranno essere multati, degradati o licenziati. I magistrati inoltre dovranno astenersi dal criticare i loro colleghi e non potranno essere attivi in politica. Secondo la maggioranza dei giudici e la Commissione europea, si tratta di una legge bavaglio che mette a rischio l’indipendenza del potere giudiziario da quello esecutivo, oltre ad essere fortemente in contrasto con i valori di uno Stato di diritto.

La legge è stata voluta dal partito di destra Diritto e giustizia e sta diventando motivo di forti divergenze tra la Commissione europea e il governo polacco. Ancora prima della sua approvazione Bruxelles aveva ammonito la Polonia sull’incompatibilità della legge con i valori europei. Contro il testo della legge era inoltre intervenuta la Corte di giustizia europea. Anche internamente le proteste non si sono fatte attendere. Malgorzata Gersdorf, la presidente della Corte suprema polacca ha sottolineato la posizione della magistratura, che rifiuta la legge in quanto anticostituzionale. Settimane fa, la commissaria europea alla trasparenza Vera Jourova aveva mandato una lettera per chiedere alle autorità polacche di sospendere la legge e di avviare delle consultazione con la Commissione. L’appello tuttavia era rimasto senza risposta.

Le proteste non hanno fermato la procedura e ora che la legge è una realtà si teme che l’Ue possa prendere decisioni più drastiche, come chiedere l’uscita della Polonia dall’Unione. Il viceministro degli esteri polacco Pawel Jablonski ha rilasciato delle dichiarazioni in merito in un’intervista a La Repubblica. “I giudici sono liberi di esercitare tutti i loro diritti nell´ambito costituzionale polacco come in ogni Stato membro della Ue. Un giudice ha certi privilegi e poteri ma anche limiti da rispettare. Secondo la costituzione deve astenersi da ogni attività politica e da ogni azione che potrebbe portare a mettere in dubbio imparzialità e indipendenza della magistratura” ha dichiarato l’uomo.

Riguardo al conflitto con l’Ue invece ha affermato che il conflitto non è “furioso” come vorrebbero far credere: “ Siamo in contatti con la Commissione, aspettiamo una loro visita a Varsavia per spiegare loro la legge. La Commissione non è molto a favore ma diremo loro che simili regole sono in vigore in altri Stati europei, come Francia o Germania. In Germania un giudice che viola leggi rischia la prigione, da noi solo sanzioni. Vogliamo un trattamento uguale per ogni Stato membro, come Ursula von der Leyen ha promesso: gli stessi standard. Non chiediamo nulla di piú e nulla di meno“.