Roma, Campidoglio (Dioscuro) – Foto Pixabay

Torno sulla questione europea in riferimento al mio post pubblicato dal portale Ticinolive. Fin da bambino ero affascinato da questo nostro continente che non conoscevo: a Lugano, la domenica mattina obbligavo mio padre ad accompagnarmi alla stazione per vedere l’arrivo e la partenza dell’elegante e variopinto “Trans Europ Express” (TEE), treno solo prima classe, senza fermata fino a Zurigo. Il treno proveniva dall’Italia, attraversava il Canton Ticino e la Svizzera e proseguiva poi verso nord. Quando dopo la breve sosta a Lugano, ripartiva quasi inghiottito dalla galleria a Nord della stazione e mi faceva sognare le destinazioni del Nord Europa che avrebbe poi raggiunto.

L’Europa (prima dell’Unione europea) faceva sognare molti: d’altra parte i suoi popoli hanno una grande storia. Viaggiando per l’Europa si percepisce la grande storia: dall’Impero romano, all’Europa giudeo-cristiana, senza dimenticare l’Islam “des Lumières” della splendida Alhambra in terra iberica. In Europa si ammirano le sue cattedrali, le sue chiese e un gran numero di edifici antichi che ne ripercorrono la storia, inclusa una interessante architettura del Novecento. L’Europa é la nostra patria “sopranazionale” e questo vale anche per la Svizzera (modello di convivenza plurilinguistica) e attrice significativa della storia europea.

Anni fa assistetti a una conferenza sull’Unione Europea che mi sbalordì. L”oratore sottolineava l’ importanza di spiegare ai giovani dell’Unione europea il funzionamento delle sue (recenti) istituzioni: Parlamento europeo, Commmissione europea, Consiglio europeo (presidenzaa dell’Europa), Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Corte di giustizia europea e via di seguito. Tutto giusto, ma secondo me sarebbe opportuno incoraggiare i giovani europei anche a interrogarsi sulle istituzioni dei singoli paesi: perfettibili, ma tuttora operative. Sarebbe bello che i giovani meditassero sul funzionamento dell’Assemblée nationale e il Senato francesi, quest’ultimo molto diverso dal Senato italiano, il quale comporta senatori a vita nominati dal Presidente della Repubblica e prima ancora nominati dal Re.

A tutti gioverebbe conoscere il parlamento britannico (con la sua camera dei comuni e camera dei Lord), il Bundesrat e il Bundestag tedeschi, il modello federale della Repubblica federale tedesca, il Parlamento federale svizzero con il Consiglio Nazionale (rappresentante la popolazione) e il Consiglio degli Stati (rappresentante i Cantoni). Interessante sarebbe pure capire il monocameralismo svedese. Utile sarebbe anche meditare sul gran numero di monarchie costituzionali in Europa (Regno Unito, Svezia, Danimarca, Norvegia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Principato di Monaco, Andorra, Spagna…).

Torno sulla frase ad effetto espressa da Nigel Farage durante il suo discorso di commiato del Regno Unito dall’Unione Europea: “I love Europe, I hate European Union”. Come fa notare la redazione di Ticinolive, Farage ha ben utilizzato il verbo “hate = odio”, che ha sconvolto molte anime candide sempre pronte a stigmatizzare la cosiddetta politica dell’odio, per poi nei fatti aggiungerne ancora un po’. Infatti, personalmente non avrei utilizzato quel verbo, considererei più appropriata l’espressione “l’Unione europea mi irrita”. Tra l’altro questa é tutto sommato un’istituzione (neppure completamente democratica), quindi anche l’uso della parola “odio” mi sembra in fondo un peccato veniale. Altra cosa sarebbe invece “disprezzare” un popolo cosa che alcuni uomini politici di primo piano europei non hanno esitato a fare: si pensi alla sufficienza che dimostro’ il presidente francese Jacques Chirac nei riguardi di Polonia e altri stati dell’Europa centrale o verso il popolo austriaco in toto reo di aver eletto poco elegantemente Kurt Waldheim (già segretario generale delle Nazioni unite negli anni sessanta, ma con passato nazionalsocialista) alla presidenza della repubblica federale austriaca.

Ovviamente non si tratta di guardare solo al passato: l’Europa ha sfide molto importanti da affrontare: sul piano economico, tecnologico, della difesa e dello sviluppo sostenibile. L’UE dovrebbe concentrarsi sulle linee guida importanti, piuttosto che legiferare su tutto. A me irrita un’Europa che produce regolamenti sulle banane di Madeira, che promuove gli automezzi che trasportano pomodori olandesi in Spagna e pomodori spagnoli in Olanda. La stessa Unione europea non riesce invece a imporre un’unica norma per le prese elettriche in tutto il continente. A me irrita un’Europa che per dirimere la rivalità tra Lussemburgo e Strasburgo trasporta quintali di documenti ogni settimana avanti e indietro da queste due città!

Qualche decennio fa lavoravo all’Università di Aix-Marseille: conseguii un finanziamento per un postdoc da effettuare in Germania. A un certo momento l’amministrazione europea mi richiese una “copia certificata” del mio documento di residenza in Francia (“carte de séjour”). La prefettura francese mi oppose il fatto che non esiste il concetto amministrativo di copia certificata della “carte de séjour”. Mi sentivo intrappolato tra due burocrazie: quella francese e quella europea,
apparentemente senza via di scampo.

prof. Francesco Russo, Parigi