Ogni volta che chiedevi ad un Campionese dove fosse Campione di Italia egli rispondeva con piglio Elvetico: in Svizzera poi, con slancio aggiungeva precisando: ma è una enclave italiana.  La questione finiva qui, in pochi chiedevano cosa era una enclave e ancora meno sapevano cosa fosse, Campione è in Svizzera ma è una enclave italiana, la risposta soddisfaceva tutti e nessuno immaginava che proprio in una semplice preposizione “di” ( di Italia) si celasse un problema, un grosso problema. Campione era certo in Svizzera ma non troppo però, il suo corpo era in Svizzera, ma il suo culo è sempre stato in Italia e si sa, il culo conta nella vita, altroché se conta.

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Bastava altresì che Campione fosse in terra Elvetica, che fosse la città del casinò per renderla seducente, poco contava il resto enclave o no, a chi importava in fondo. Campione rappresentava da almeno 150 anni una perfetta signora, elegante piena di fascino e misteriosa, dove fosse e cosa fosse a nessuno ha mai importato un fico secco, il casinò attirava flotte di turisti e viveur, l’essere in Svizzera milioni di dollaroni sempre freschi che giungevano senza troppe domande, il lago attirava benestanti di tutto il mondo sedotti dal clima e dalla pace, essere italiani portava grande rivalità con i vicini di sponda in una sfida perenne al fare meglio e gli imprenditori erano attratti dal regime fiscale che rappresentava il meglio della Svizzera ed il meno peggio di mamma Italia.

Poi, come il gabbiano Jonathan nel romanzo di Richard Bach che anticipava l’arrivo della tempesta dalle increspature delle onde, Campione è cambiata anzi, ha iniziato a cambiare senza che nessuno se ne accorgesse, senza che nessuno notasse le increspature del cambiamento, flebili ma inesorabili. Una popolazione troppo rassicurata e protetta dalle tempeste per capire gli tsunami, troppo assorta da un benessere che non conosceva sosta per percepire il vento del cambiamento e troppo distante dal mondo che scorreva inesorabile dietro ai propri confini, troppo vicini per fuggire più lontano e troppo grandi per essere divisi da una sola montagna.

Una politica sociale distaccata ed opportunistica, una gestione sempre meno Svizzera e sempre più italianeggiante, amministratori pubblici spregiudicati, Sindaci che tra una cenetta al casinò ed un giretto fuori porta hanno prosciugato le casse del Comune, piano piano hanno portato alla deriva un sogno che sembrava non finire mai e con esso le speranze di una generazione. Poi fine, casinò fallito e con esso il futuro di centinaia di poveri cristi, una economia tecnicamente sul lastrico ed una ricca e paciosa bellezza trasformata in un inferno sotto tutela giudiziaria.

Nel frattempo che il caos avanzava, a Gotham City (Bruxelles) si approfittava della mancanza di Batman ormai ridotto a un micio spaurito (Governo Italiano) per tramare la grande svolta, usare quella semplice preposizione che indicava la proprietà ovvero: “di”, per annettere sotto l’impero Franco-Tedesco la piccola Campione, piccola nelle dimensioni ma molto grande nel portafogli, vero obiettivo finale dei predoni di Bruxelles. Così è stato, nel gennaio del 2020 Campione è stata annessa nel territorio della UE con il ben placido di quel circo che è il Governo Italiano, assente prima e latitante ora, troppo impegnato a sistemare gli affanni dei pagliacci che, con somma maestria lo rappresentano in ogni dove.

Non bastava la crisi economica e il caos amministrativo, ora Campione si trova anche nell’oblio territoriale, proprio così, il cartello “EU” all’ingresso della città tiene lontani gli Svizzeri che lo temono come Superman teme la kriptonite e tiene assorto il Governo Italiano che si comporta come se la notizia della annessione nella EU fosse giunta il giorno prima, una sorpresa insomma. Un Governo che di fatto non sa cosa fare, invia spauriti galoppini dei vari ministeri a balbettare regole probabili ad una popolazione confusa e preoccupata, spedisce funzionari pubblici a spiegare cose che già si sapevano e serra i ranghi della Guardia di Finanza per controllare i fantasmi. Benvenuti in Italia Signori! Non poteva esserci miglior benvenuto, il welcome drink ovvero: caos, disorganizzazione, fiscalità opprimente e regole approssimative sarà offerto dalla Presidenza del Consiglio, siete tutti invitati anzi, siete tutti coinvolti.

Come quello che dopo un incidente stradale la prima cosa che fa è cercare il telefonino senza accorgersi dei danni, i Campionesi ora si preoccupano di ciò che sarà il futuro delle loro targhe, il futuro del casinò, il futuro del bollo auto, interpretando con il buon senso quel caos che mai hanno conosciuto ma con cui dovranno convivere ridisegnando completamente i loro modelli di vita adattandoli al nuovo contesto che mi dispiace, sarà inesorabile. Campione di Italia dal primo di gennaio è diventata un privilegiato quartiere di Como, una provincia delle tante sotto le regole della Regione Lombardia, del Governo Italiano e di quella perversione che si chiama: Comunità Europea, fine della storia.

Charles Darwin padre della teoria dell’evoluzione spiegava che non sopravvive la specie più forte ma quella che sa adattarsi meglio e così dovranno fare i campionesi che, dopo lo shock post traumatico, dovranno risorgere e far risorgere un territorio che dal primo gennaio riparte dall’anno zero. Papà Svizzera non potrà aiutarvi, in particolare il Canton Ticino che versa in condizioni catastrofiche affrontando una crisi senza precedenti dettata da una visione provinciale e miope di quel mondo che girava intorno a loro ed a cui pensavano di appartenere solo dopo la dogana di Chiasso. Loro però hanno regole del gioco ben precise, margini piuttosto limitati, sono formichine ordinate, ognuna delle quali in cambio di una rassicurante esistenza a garanzia di pace serenità e prosperità è obbligata a seguire le regole del gioco, un gioco sempre più pericoloso in una Federazione sempre più “Europeizzata” e sempre di più ostaggio della finanza e della politica di Bruxelles, voi no, non più.

Campione d’Italia ha una grande occasione di rinascita, una grande opportunità fortuitamente accaduta nel giusto momento, la cosa più difficile è cogliere la opportunità, ma sono sicuro saprà farlo con i giusti uomini, il giusto coraggio, i giusti amministratori e perché no, un giusto Sindaco che conosca molto bene quelle regole del gioco che verranno decise 700 km più a sud.

I futuri amministratori della città non dovranno essere eletti perché la proteggono, i poteri in campo stavolta sono piuttosto imponenti, dovranno essere eletti perché capaci di evitare che venga assalita, cosa molto diversa. Se questo avverrà, Campione di Italia tornerà migliore di prima ma se prevarrà lo spirito protezionista sarà un grosso guaio perché Roma e Bruxelles al casinò non perdono mai.

Ma si può vincere, con uomini capaci di navigare in mare aperto, impavidi di fronte alle difficoltà e capaci di traghettare da una epoca a una nuova una intera comunità, pronti a difendere quei diritti e quella stabilità che da troppi anni è stata posta nelle mani di concittadini dall’aspetto familiare e rassicurante poi divenuti fantasmi alle prime avvisaglie di tempesta e che hanno abbandonato la nave alla deriva con tutti i suoi 1500 passeggeri concittadini.

Diego Zanoni