Il fattore Bertini. Altrettanto rilevante, se non più, è la lacerazione che più ha sorpreso e fatto discutere in città. La rinuncia del vicesindaco a ricandidarsi ha messo in grave imbarazzo e in gravi difficoltà il PLR. Né dal cilindro della commissione-cerca, né da quello del presidente sezionale, né da quello dell’ex presidente cantonale e nazionale è uscito un profilo nuovo, forte, che potesse sorprendere e appassionare i non pochi delusi del liberalismo luganese. (…) Le simulazioni dicono che un risultato come quello delle federali porterebbe il PLR alla catastrofe, cioè alla perdita di uno dei due seggi municipali. Cose mai viste.

Fabio Pontiggia nell’editoriale odierno

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Come io stesso ho osservato, un risultato come il 20,3% ottenuto dal PLR a Lugano il 20 ottobre 2019 comporterebbe quasi certamente la perdita di un seggio.

Ma – c’è un ma – l’esito pessimo può essere stato causato dall’infelice “congiunzione del Primo agosto” che ha gravemente danneggiato il partito, indisponendo numerosi elettori. Dunque il PLR ha il diritto di sperare nella salvezza, benché la sua posizione sia fragile e pericolante.

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Quanto all’onorevole Vicesindaco, senza volere calcar troppo la mano, almeno un’osservazione ci sta. Per quel che si sa, i dissidi interni alla sezione duravano da quasi due anni. Era ragionevole lasciarli correre e rotolare – senza una saggia parola, senza una mediazione – sino alla conclusione traumatica?