Non caso di contagio nel Regno Unito di Coronavirus, e primo a Londra, contratto da una donna cinese rientrata in Inghilterra, all’aeroporto di Heathrow, dove avrebbe avvertito i primi sintomi di malessere.  Trasferita subito in un centro specializzato dal Servizio Sanitario Nazionale (NHS), risultata positiva al test, è stata trasportata al St. Thomas Hospital, nel centro di Londra.

Uomini in tuta anti contagio si sono recati a Londra, nell’abitazione della donna, per disinfettare l’ambiente, nel frattempo altri uomini in tuta anti contagio hanno pulito e disinfettato i passamano della metropolitana: il virus, secondo una ricerca, sopravvive sulle superfici per nove giorni.

Così a Londra è esplosa la psicosi per il Coronavirus. il quartiere cinese di Chinatown è deserto, i negozi vuoti, mentre scatta l’allarme di un epidemiologo di Oxford, Robin Thompson, che sostiene che la metropolitana di Londra potrebbe rappresentare un ambiente ottimale per la proliferazione, per la trasmissione e per la propagazione del Coronavirus.  Il microclima artificiale, infatti, unito all’altissimo numero di persone che utilizzano il mezzo di trasporto, renderebbe l’ambiente della “tube” un ambiente perfetto per la sopravvivenza del virus.

Thompson sostiene che ci si possa aspettare un aumento dei casi. Michael Head dell’Università di Southampton sostiene che il rischio per i cittadini rimane comunque basso, ma ci si interroga se Londra possa rappresentare un hub per la diffusione del virus in Europa.  Il servizio sanitario inglese si dice però pronto a fronteggiare nuovi casi di Coronavirus, invitando chiunque sia tornato da Cina, Thailandia, Giappone, Corea, Hong Kong, Taiwan, Singapore, Malesia o Macao e accusi sintomi anche non apparentemente gravi di tosse, febbre e respiro corto, a contattare immediatamente il NHS al 111.

Gli atenei universitari inglesi hanno inoltre invitato gli studenti cinesi a restare chiusi nelle loro camere, qualora presentino sintomi di febbre e tosse.