Il fondatore di Amazon e proprietario del quotidiano Washington
 Post, Jeff Bezos, ovvero l’uomo più ricco del mondo con un patrimonio stimato di circa 130 miliardi, ha annunciato ieri di essere pronto a donare 10 miliardi di dollari per finanziare progetti scientifici che possano offrire concrete possibilità di aiuto per preservare il mondo dalla crisi climatica.

L’iniziativa globale, denominata Bezos Earth Fund, è destinata oltre che agli scienziati anche ai vari attivisti e organizzazioni non governative perché possano esplorare nuovi modi di combattere l’impatto devastante del cambiamento climatico su questo pianeta che tutti noi stiamo condividendo.

Bezos è l’unico americano tra le prime cinque persone più ricche del mondo a non aver firmato la campagna “Giving Pledge”, un impegno morale senza nessun obbligo legale, sottoscritto da 204 persone di varie nazioni considerate miliardarie, che ha l’obiettivo di ispirare i benestanti a dare almeno la metà del loro patrimonio alla filantropia. Cosa che la sua ex moglie, MacKenzie Bezos, non ha esitato di firmare donando quasi 19 miliardi di dollari dopo aver finalizzato i termini del suo divorzio con Jeff Bezos.

Nel 2018 Amazon ha emesso nell’atmosfera oltre 44 milioni di tonnellate di anidride carbonica, una cifra pari alle emissioni di un anno della sola Norvegia. Gli impegni presi dalla società prevedono di utilizzare il 100% di energia rinnovabile entro il 2030 e di avere la metà delle spedizioni, che riguardano 3,5 miliardi di pacchi ogni anno, con emissioni a impatto zero.

Nel 2019, il quotidiano New York Times ha pubblicato un articolo riguardo un congresso promosso dal Competitive Enterprise Institute di Washington, un’organizzazione di ricerca di libero mercato senza scopo di lucro, che promuove la negazione del cambiamento climatico. Il programma dell’evento è stato ovviamente sponsorizzato dai gruppi aziendali allineati con gli interessi sui combustibili fossili, includendo anche grandi società come Google e Amazon che però allo stesso tempo hanno preso un impegno ad affrontare il cambiamento climatico come parte fondamentale delle loro strategie di pubbliche relazioni aziendali. Sia Google che Amazon hanno firmato il patto di sostegno all’Accordo di Parigi del 2015, riguardo la riduzione di emissione di gas serra, coalizzandosi nella promessa di attenersi agli obiettivi dell’accordo sul clima. Peccato che il presidente Trump abbia annunciato che gli Stati Uniti avvieranno la procedura per uscire formalmente dall’accordo.

Purtroppo la crisi climatica richiede l’esatto contrario di un pensiero a lungo termine. Manca la volontà da parte dei politici e delle aziende di passare ad una economia a zero emissioni di carbonio, in quanto la tecnologia di cui l’umanità ha bisogno per farlo esiste già.

Come giustamente ha scritto Bezos in un post, la Terra si può salvare ma bisognerà intraprendere delle azioni collettive da parte di tutti.