Uno sguardo contemporaneo sull’esotismo

Abbiamo visitato oggi il MUSEC nella sua nuova sede di Villa Malpensata, più centrale rispetto alla pur prestigiosa Villa Heleneum. Il maestro Polillo era presente ed abbiamo avuto l’occasione di ascoltare dalla sua viva voce alcune spiegazioni riguardo alla tecnica particolare che l’artista ha impiegato per scattare le fotografie. In sostanza egli ha utilizzato lunghi tempi di apertura (da 0,3 a 1 sec) combinandoli con un leggero movimento dell’apparecchio, al fine di ottenere un misterioso effetto “impressionistico”. Tutte le 39 fotografie esposte sono state create in questo modo. 2020

L’esposizione è il frutto di un progetto di ricerca visiva che il Museo ha avviato nel 2015; essa parte dalla considerazione che lo sguardo del maestro milanese è capace di oltrepassare gli stereotipi orientalisti, per cogliere più intimamente i valori di un esotismo che – come scrive Francesco Paolo Campione nell’introduzione al catalogo – «costituisce la tendenza generica e universale dell’animo che porta gli uomini a desiderare ciò che è straniero e sconosciuto, immaginando l’esistenza di luoghi lontani in cui regna una maggiore sapienza, in cui la vita è più intensa e voluttuosa, e in cui una natura prodiga o migliori conoscenze alleviano i dolori dell’esistenza».

In mostra ci sono 39 opere realizzate fra il 2005 e il 2018. Si tratta di fotografie «impressioniste», realizzate con una speciale tecnica in grado di esaltare i cromatismi e di rendere essenziali e sfuggenti i contorni dei paesaggi e delle figure. Il divenire spazio-temporale dei colori che trascendono la natura, nel momento in cui denota ai nostri occhi una certa alterità culturale, connota più profondamente nell’esperienza del visitatore un largo spazio di idee, in cui dominano il gioco dei segni, la forma dello spazio atmosferico, il quotidiano che diventa storia, l’architettura come quinta dell’anima e l’attimo di una realtà appena sfiorata e già scomparsa. Elementi che, nel loro insieme, ci restituiscono non solo le ragioni di una ricerca artistica, ma anche la cifra più alta della maturità di uno stile.

L’esposizione temporanea è accompagnata da un ricco catalogo, illustrato da 94 opere, molte più di quelle esposte a Villa Malpensata; è infatti la restituzione scientifica e artistica di un progetto più ampio che il MUSEC, come sua consolidata tradizione, presenterà in futuro in altre sedi internazionali.

Le opere in catalogo sono accompagnate dai testi critici di Francesco Paolo Campione, Imogen Heitmann e Moira Luraschi, nonché da uno scritto in cui l’artista narra il suo rapporto con le suggestioni orientaliste.

Il volume, undicesimo della collana «Esovisioni», segna la prosecuzione proficua della collaborazione del MUSEC con la nuova casa editrice ticinese «Culture», nata proprio per l’impulso imprenditoriale dato al territorio dalla Fondazione culture e musei.

Le 94 fotografie realizzate da Roberto Polillo per il progetto luganese vanno ad arricchire le ormai cospicue collezioni fotografiche del MUSEC che, soltanto per quanto riguarda le stampe d’arte, superano ormai le 20.000 opere.