La solidarietà digitale che si sta diffondendo in questi giorni merita molta ammirazione. Il Covid-19 è una calamità tremenda, ma è bello scoprire che malgrado ci assilli qualcosa di brutto, si percepisca molta umanità e voglia di sostenersi l’uno con l’altro (salvo dovute eccezioni non condivisibili). Molti dei messaggi che ho letto di recente sui social sono scritti da persone che volontariamente si mettono a disposizione per dare una mano e portare supporto alle fasce di popolazione più a rischio, in primis anziani e ammalati costretti in casa, nelle normali attività quotidiane (come fare la spesa) oppure si offrono stanze per i frontalieri che non possono rientrare a casa loro. Si tratta di azioni significative, in grado di fare la differenza contro la diffusione del virus e di garantire un quotidiano sostenibile a chi è più colpito. Se per colpa del virus tutti noi fossimo obbligati per settimane a stare chiusi in casa, grandi e piccini, lavoratori e studenti, cosa succederebbe? Si fermerebbe il mondo? Non è così.
Non è indispensabile uscire, anzi abbiamo il dovere di farlo per limitare la diffusione del contagio. Quello che ci permetterebbe in ogni caso di rimanere connessi col mondo è la tecnologia: il computer, lo smartphon, il tablet, la televisione, la radio… Tutto a portata di mano con i servizi digitali online: si può accedere a uffici pubblici o specialistici, ottenere una consulenza medica o professionale. A distanza si possono svolgere attività della vita quotidiana come fare shopping, consultare un personal trainer, contattare associazioni, seguire un hobby e tanto altro ancora.
L’ideale sarebbe se tutti potessero lavorare standosene tranquillamente a casa. Alcuni già lo fanno, ma sono una minoranza. Le limitazioni imposte dal Covid-19 evidenziano il fatto che in Ticino molte aziende non sono attrezzate per sfruttare questa alternativa. Questo si traduce in ingenti perdite finanziarie e serie difficoltà per molti lavoratori. E il mondo dell’istruzione come’è messo? E’ possibile restare al passo con i percorsi scolastici e di formazione stando a casa? Certo che sì, ma non per tutti, in Ticino in questo campo siamo un po’ in ritardo. Si stanno muovendo i primi passi e solo a livello universitario. Potenziare questo metodo didattico sarà storia del futuro, o almeno me lo auguro.
Mi piace molto l’idea che si potranno sviluppare a tutti i livelli scolastici piattaforme di e-learning. Di cosa si tratta? Di sistemi di apprendimento a distanza, costituiti da un insieme di tecnologie finalizzate ad arricchire i processi di apprendimento classici offrendo agli studenti e agli insegnanti nuovi strumenti per l’educazione scolastica, accademica e professionale.
In questi anni attraverso i miei studi ho avuto l’opportunità di avvicinarmi al mondo delle tecnologie dell’educazione, allo sviluppo delle competenze digitali e ai dispositivi di insegnamento a distanza. Oltre Gottardo i temi legati alla digitalizzazione nell’educazione vengono trattati maggiormente, si investe per migliorarne il livello e quindi sono in costante sviluppo. Ritengo essenziale e strategica la formazione degli insegnanti per avere una scuola di qualità, quindi sarebbe molto bello se anche in Ticino si andasse in questa direzione e la digitalizzazione venisse promossa attraverso specifici corsi di aggiornamento per i docenti interessati a potenziare le relative competenze.
A causa del Covid-19 le scuole oggi sono chiuse. Fino a quando? Come recuperare le lezioni perse? Cosa deve fare chi ha esami da preparare o tesi da presentare? Gli studenti dovranno andare a scuola in luglio e agosto?
Con un sistema sviluppato di e-learning nessuno potrebbe fermare la frequenza dei corsi a distanza. Forse questa crisi ci insegna anche questo, le esigenze di ogni settore cambiano rapidamente e dobbiamo imparare a stare al passo coi tempi.
Sabina Calastri