Le accuse penali di narco-terrorismo contro alti funzionari venezuelani, tra cui il presidente Nicolás Maduro, lanciate ieri dal Dipartimento di Giustizia americana potrebbero rappresentare un pretesto per una invasione statunitense sullo stile panamense.

L’agenzia federale statunitense DEA, ha promesso una ricompensa di 15 milioni di dollari a chi fornisce informazioni che portino alla cattura di Maduro e 10 milioni di dollari per ciascuno degli altri 14 membri della sua cerchia accusati di dirigere segretamente il cartello del traffico di droga “Cartel of the Sun”. Tra loro il capo del parlamento dell’Assemblea costituente Diosdado Cabello, l’ex direttore dell’intelligence militare Hugo Carvajal, il generale dell’esercito in pensione Cliver Alcalá e il ministro dell’Industria Tareck Zaidan El Aissami. Le accuse riguardano anche corruzione e riciclaggio di denaro.

Il nome scelto del cartello è un riferimento diretto alle stelle a forma di sole che gli ufficiali militari venezuelani indossano sulle loro uniformi. L’attuale ministro della Difesa Vladimir Padrino, avrebbe acconsentito, secondo le accuse, a far transitare nello spazio aereo venezuelano gli aerei militari che trasportavano droga.

Il procuratore generale degli Stati Uniti William Barr, ha accusato il presidente Maduro di aver collaborato con una fazione dissidente dell’ex gruppo guerrigliero denominato Farc, le forze armate rivoluzionarie della Colombia. “Le Farc hanno ottenuto il sostegno del regime di Maduro che sta permettendo loro di usare il Venezuela come un rifugio sicuro dal quale possono continuare a condurre il loro traffico di cocaina e le loro insurrezioni armate”, ha affermato il procuratore Barr, che con le sue accuse ha specificato anche che i leader venezuelani e la fazione di Farc hanno organizzato un ponte aereo da una base militare venezuelana per trasportare cocaina in America e una rotta marittima verso i Caraibi.

In sostanza, Maduro avrebbe presumibilmente convertito lo stato venezuelano in una efficace impresa criminale al servizio dei trafficati di droga e dei gruppi terroristici. E non ha aspettato a replicare alle accuse con bellicose dichiarazioni, chiamando Donald Trump un “cowboy razzista”, avvertendo che è pronto a combattere con tutti i mezzi necessari se gli USA oseranno invadere il suo paese. “Sei un miserabile essere umano”, ha dichiarato Maduro rivolgendosi a Trump, “Gestisci le relazioni internazionali come un estorsore della mafia di New York di cui un tempo eri a capo”, ha aggiunto Maduro.

Queste accuse faranno aumentare le tensioni in un paese dove la diffusione del coronavirus minaccia di far crollare il sistema sanitario, afflitto da enormi carenze. Proprio il giorno prima delle accuse, Maduro aveva esteso un ramo di ulivo ai suoi avversari a causa della crisi Covid-19.

Gli atti criminali attribuiti risalgono all’inizio della rivoluzione di Hugo Chavez nel 1999. La cospirazione avrebbe contribuito al contrabbando di ben 250 tonnellate di cocaina all’anno dal Sud America, secondo il procuratore Barr. “Mentre il popolo venezuelano soffre, il regime di Maduro è pieno di corruzione e criminalità, e si mette in tasca i soldi della droga e i proventi della loro corruzione. Questo deve finire”, ha detto Barr coordinando le accuse contro il regime venezuelano includendo la magistratura e le forze armate.

Il direttore dell’organizzazione internazionale dei diritti umani, José Miguel Vivanco, ha dichiarato che le accuse statunitensi sono un’ottima notizia. “Questo annuncio è un duro colpo per Maduro che ha gestito il Venezuela nell’impunità assoluta. Con questa accusa ora può perdere la sua aurea di invincibilità di essere completamente al di sopra della legge”, ha affermato.

Ma è una scommessa pericolosa aumentare l’offensiva. Per il popolo venezuelano adesso la priorità dovrebbe essere quella di sostenere il sistema sanitario in rovina per prevenire un esodo migratorio ancora peggiore. Cinque milioni di venezuelani hanno già lasciato il paese negli ultimi anni e se gli alleati europei e latinoamericani dovessero pensare che l’amministrazione Trump abbia esagerato, la coalizione guidata dagli USA sostenitrice di Guaidó potrebbe frammentarsi. Per non considerare poi il comportamento di Russia e Cina che attualmente sostengono il Venezuela probabilmente per questioni legate al petrolio.

Le prove contro Maduro sono state comunque raccolte nel corso di diversi anni dagli investigatori di Miami, New York, Houston e Washington. Gli Stati Uniti sono tra i 60 paesi che non considerano più Maduro un capo di stato anche se detiene il potere di fatto.

Un ex funzionario del Pentagono, Frank Mora, ha affermato che gli USA hanno ragione a condannare Maduro e altri funzionari per aver represso il popolo e rubato dalle casse statali, ma teme che le accuse giochino più sull’emozione degli elettori in Florida, uno stato dove Trump non può assolutamente perdere alle prossime presidenziali.