2020

Andrea Mascetti, Avvocato varesino classe 1971, Coordinatore della Commissione Arte e cultura di Fondazione Cariplo si concede in quest’intervista quale ospite per la celebrazione del Rivellino, Leonardo 500+1. Una celebrazione digitale per l’anniversario del 2 maggio, tra Leonardo, arte e cultura a 360°.

Intervista a cura di Maurizio Taiana.

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Con il famoso scrittore russo Eduard Limonov, recentemente scomparso

Maurizio Taiana   Avvocato Mascetti, lei da sempre si è battuto per il passato storico e culturale della regione cisalpina, con le sue bellezze, le sue peculiarità. Secondo lei si fa abbastanza per valorizzare il nostro passato storico ? Ma sopratutto, dovremmo guardarci indietro, e tentare di scovare, recuperare altre perle come il Rivellino, oppure dovremmo guardare avanti, come direbbe qualcuno, liberando il continente dal passato di «mercato di rigattieri» che riempie di musei le città?

Avv. Mascetti  Si fa pochissimo per il nostro passato e per la nostra storia. E infatti, soprattutto nella parte italiana dell’Insubria, i risultati si vedono. L’assenza di una identita’ anche storica, ma soprattutto di una consapevolezza di cio’ che siamo, ha reso il nostro tessuto comunitario piu’ debole e fragile.  Il problema e’ che pochi hanno le capacita’ di assemblare le infinite connessioni con la nostra Storia al fine di renderla coerente, unitaria e, perche’ no, accattivante. Il Rivellino e’ un caso fortunato e felice. Solo seguendo le storie del Castello Orelli di Locarno si potrebbe giungere in luoghi incantati che darebbero un altro senso del vivere a noi tutti.

MT  La cultura nel continente ha futuro ? Se sì, sarà sempre più univoca ? Secondo lei, vedremo per esempio un ritorno al passato come avvenuto con la caduta dello Scià di Persia nel medioriente, oppure ancora si immagina un piovoso futuro da megalopoli illuminata alla Blade Runner ?

AM  Io credo che nel frammentarsi del Moderno – e la vicenda della pandemia e’ solo una avanguardia di cio’ a cui assisteremo nei tempi a venire – si aprano strade inaudite e straordinarie. Non e’ un tema di ‘ritorno al passato’ o di ‘fuga nel futuro’, ma una necessita’ spirituale, direi antropologica dell’uomo, quella di ritornare a sé e di ridefinirsi ad ogni passaggio epocale esplorando le proprie radici. Jünger scriveva che “dove tramontano gli stati con le loro frontiere e le loro guerre, restano comunque la madre terra e la madrepatria.” Credo infatti che il tema della Kultur e quello dell’identita’ andranno a riconciliarsi con la questione – quando seria e non a la page – , del rapporto con l’ambiente, o forse meglio dire, con le potenze della Natura.

Visita a Lugano del governatore della Lombardia Attilio Fontana (all’epoca candidato) – 30 gennaio 2018, foto Ticinolive

MT  In un suo recente intervento, ha invitato le persone a leggere meno Wikipedia e più libri. La situazione attuale ha concesso a molte attività, istituzioni od anche semplici persone di poter proseguire a condizione di spostarsi nel « mondo dell’elettrone e dello switch ». Pure l’anniversario di Leonardo, che siamo qui a celebrare, ha dovuto fare di necessità virtù, schierandosi con (affettuosamente parlando) l’osteggiata enciclopedia. In che modo dobbiamo approcciarci con questi strumenti ?

AM  Il tema e’ complesso e dipende anche da estetiche personali. Ho tentato qualche sommesso ragionamento sul rapporto tra cultura e tecnica e sono giunto alla conclusione che il nostro tempo non stia più producendo ‘cultura’ ma si limiti ad offrire servizi culturali, anche attraverso la tecnica. D’altronde mica tutte le eta’ creano ‘culture’… alcune sono aride o anche solo sfuggenti. L’arrivo di Tèchne, nella forma dirompente dei nostri tempi intendo, ha sostituito o quantomeno trasformato la nostra idea di cultura la quale, per formarsi, necessita invece di comunità, di essenze vibranti, di scontri e incontri anche fisici, che il mondo della tecnica in qualche modo limita. Credo che le due, cultura e tecnica, siano potenze contrapposte o comunque rivali.

Al Barlich, presso Varese, con Limonov e l’editore Teti

MT  Anche un Leonardo aveva i suoi lati oscuri. Tornando al suo appello di leggere più libri, ebbene, alcuni di essi, come testi, articoli, od anche l’interpretazione di fatti storici sono «scomodi», raccontano o dicono cose che potrebbero ferire l’opinione pubblica, le idee od opinioni di alcuni. In questo senso abbiamo visto nello scorso decennio una crescita del senso di pudore sociale, od una ricerca del politically correct. Dall’altra parte, abbiamo visto fiorire un sottobosco di blog, giornali, riviste, case editrici che vanno in tutt’altra direzione. Come vede questo aspetto della nostra società?

AM  Il nostro tempo si afferma tempo libertario in assoluto, salvo poi decidere cosa puo’ circolare liberamente e cosa no. Anche questo cicaleccio circa le fake news da contrastare e’ patetico. Una grande massa di storie divenute ‘ufficiali’ sono fake news. Immaginatevi chi dovra’ decidere di cosa e’ vero e di cosa e’ falso, soprattutto quando i contorni sono sfuocati. Il moderno si afferma invulnerable e portatore del vero assoluto… sembra di avere a che fare con uno di quegli adolescenti poco dotati intellettualmente che hanno ragione in quanto hanno ragione. Occorrerebbe invece allevare il mondo alla meditazione, alla consapevolezza e alla critica, non alla censura. Ma questo e’ un rischio perche’ pone un mondo come il nostro che fa dell’ospedalizzazione forzata e della limitazione del rischio (fisico ma anche intellettuale) un anti mito esattamente opposto ai miti e ai riti antichi che passavano attraverso iniziazioni appositamente perigliose.   Era lo psicoanalista austriaco Alfred Adler che scrisse “il maggior pericolo nella vita consiste nel prendere troppe precauzioni.”

una delle meravigliose torte offerte da Arminio Sciolli ai suoi ospiti (create dalla pasticceria Marnin di Locarno). Questa ispirata alla corazzata Potjomkin

MT  In fine : che «ricostruzione» vorrebbe ?

AM  Non nutro particolari desideri circa il divenire delle cose, né mi esercito nella chiaroveggenza. Penso che le cose trovino sempre una loro strada, che e’ sempre diversa da quelle tracciate prima. Ho però la sensazione che ci stiamo avventurando in tempi perigliosi e imprevedibili dove le comunita’ ritorneranno per necessita’ luoghi di rifugio oltre che di estremo piacere. Sempre Jünger ebbe a scrivere come “oggi non ci si può adoperare per la società; si deve agire da soli come l’uomo che col suo machete si apre il cammino nella foresta vergine e che è retto dalla sola speranza che da qualche parte nel folto altri stiano facendo lo stesso”.

Posso concludere affermando che la foresta pare animarsi di molti e nuovi visitatori.