Isolare gli anziani sino a fine anno

Quegli “over 65” che hanno accolto con gioia il divieto di fare la spesa non hanno capito che quando si cominciano ad accettare delle discriminazioni basate sull’età si sa dove si inizia ma non dove si finisce…

DISTANTI … MA VICINI – Foto del pranzo pasquale a casa del Ghiro con il gagliardo suocero 92.enne e con mantenimento delle distanze…asociali

In un’intervista pubblicata a Pasqua dal quotidiano tedesco Bild, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen (62 anni) ha detto che per evitare ogni rischio di contrarre il coronavirus le persone con più di 65 anni potrebbero dover rimanere in isolamento «fino alla fine dell’anno», aggiungendo che si tratta di una questione di vita o di morte.

Quando ho letto questa folle notizia il mio primo pensiero è andato a quegli “over 65” ticinesi che nelle scorse settimane non solo hanno gioiosamente plaudito alla decisione del Consiglio di Stato di introdurre il divieto di fare la spesa per gli “anziani”, ma hanno pure criticato coloro che – come il sottoscritto ma anche altri – hanno osato ribellarsi a un eventuale prolungamento di questa limitazione discriminatoria , accusandoli di essere degli egoisti e di sollevare insensati cavilli giuridici in un momento inopportuno. Altri “over 65” hanno accolto il divieto con indifferenza, ritenendo che di fronte ai gravi problemi creati dal coronavirus all’economia e alla salute pubblica, certe proteste fossero solo “problemi grassi”.

In un mio articolo inviato alla stampa lo scorso 9 aprile e pubblicato sul sito www.ilguastafeste.ch, avevo accolto con soddisfazione la decisione del Governo di revocare l’assurdo divieto, osservando che quando si comincia a introdurre divieti discriminatori che non colpiscono tutti in pari modo ma che sono basati sull’età, sul sesso, sulla razza, sulla religione e così via , si sa dove si comincia ma non si sa dove si finisce. Nel giro di soli tre giorni il tempo mi ha dato ragione. L’agghiacciante proposta di Ursula von der Leyen avrà magari il merito di far aprire gli occhi a quegli “over 65” che non li hanno ancora aperti.

Se a livello europeo gli “anziani” dovessero essere rinchiusi in isolamento nelle loro case fino alla fine dell’anno, ciò significa che almeno per i prossimi otto mesi agli over 65 non solo sarà proibito di fare la spesa, ma anche di andare al bar, al ristorante, al cinema, ai concerti, al teatro, in vacanza e così via. Con il pretesto dell’emergenza e di salvaguardare la salute degli “anziani”, li si condannerebbe insomma alla morte sociale.

Sarebbe però sbagliato pensare che la proposta di Ursula von der Leyen non sia destinata a far breccia in Svizzera e in Ticino. Ecco ad esempio cosa ha scritto Matteo Cheda sull’ultimo numero della rivista “L’Inchiesta” uscito il 14 aprile (pag. 3) : “Verosimilmente gli anziani e le persone a rischio dovranno restare chiuse in casa fin che sarà disponibile un vaccino. Salvo sorprese, saranno necessari un paio d’anni!“.

Mi auguro dunque che gli over 65, anziché litigare fra di loro, facciano fronte unito per far udire la loro voce fino a Berna e a Bruxelles, inviando lettere di protesta ai giornali a difesa dei loro inalienabili diritti fondamentali. Se l’UE dovesse andare nella direzione indicata dalla von der Leyen, allora sarebbe un ulteriore passo verso una forma di governo più simile a una dittatura che a una democrazia , con tanti saluti alla responsabilità individuale dei cittadini. Se ne ricordino gli “over 65” quando saremo chiamati alle urne per decidere sui futuri rapporti fra la Svizzera e l’UE (libera circolazione, accordo quadro, ecc.).

Giorgio Ghiringhelli