Sedici persone hanno perso la vita in un attacco nel parco nazionale dei Virunga, nella Repubblica Democratica del Congo. Il luogo è noto in tutto il mondo in quanto riconosciuto come patrimonio dell’umanità dall’UNESCO e ospita i gorilla di montagna e altri animali rari e in via d’estinzione.

Ad orchestrare il mortale attacco il gruppo ribelle Forze democratiche per la liberazione del Ruanda (Fdlr) che aveva intenzione di colpire un convoglio che trasportava dei civili ed era protetto dai ranger. Lo ha riferito Cosma Wilungula, un funzionario governativo, direttore dell’Istituto per la Conservazione della natura. Secondo The Guardian gli attentatori erano almeno 60.

Non è la prima volta che il parco viene colpito dalla violenza. Era infatti stato chiuso per i turisti per ben 8 mesi nel 2018 dopo che si erano verificati una serie di attacchi allo staff. Proprio in seguito a quegli episodi il parco aveva rinforzato il suo sistema di sicurezza e ingaggiato 700 ranger per proteggere visitatori e animali. Il parco, nella provincia di Nord Kivu ha la fama di essere infatti uno dei progetti di conservazione più pericolosi al mondo a causa di episodi regolari di produzione illegale di carbone, contrabbando e bracconaggio.

Fondato nel 1925 dalle autorità coloniali belghe il parco è fiorito sotto il presidente Mobutu Sese Seko nel 1965. Il parco ha sofferto la guerra civile cominciata nel 1997 e la popolazione di gorilla che la abita era diminuita notevolmente, arrivando a 300. Da allora il numero è salito a 1000 e anche altre specie di animali beneficiano di quel territorio. I ranger reclutati ricevono 250 dollari al mese, uno stipendio di tutto rispetto per il Congo e il parco contribuisce a piccoli progetti per aiutare comunità vicine.