20091101 - ROMA - CRO : CARCERI: SUICIDIO BLEFARI, IMPICCATA IERI SERA CON LENZUOLA. Un interno del carcere di Rebibbia, a Roma, in un'immagine d'archivio. La neo brigatista Diana Blefari Melazzi, condannata all'ergastolo per l'omicidio del giuslavorista Marco Biagi, si e' impiccata ieri sera, attorno alle 22:30, utilizzando lenzuola tagliate e annodate. La donna - secondo quanto si e' appreso - era in cella da sola, detenuta nel reparto isolamento del carcere Rebibbia femminile. Ad accorgersi quasi subito dell'accaduto sono stati gli agenti di polizia penitenziaria che - si e' inoltre appreso - avrebbero sciolto con difficolta' i nodi delle lenzuola con cui la neo brigatista si e' impiccata in cella e avrebbero provato a rianimarla senza pero' riuscirvi. ANSA / ALESSANDRO DI MEO / ARCHIVIO / PAL

 

Il processo per l’omicidio del 35enne Matteo Cantoreggi, rimasto vittima di un violento pestaggio avvenuto la sera del 17 dicembre dello scorso anno in una stanza della pensione La Santa a Viganello, andrà avanti ora con un solo imputato.

Dei due indagati arrestati dalla polizia cantonale il giorno stesso dell’omicidio, quello di 43 anni residente nel Mendrisiotto è deceduto nei giorni scorsi dopo che aveva ottenuto la libertà provvisoria uscendo dal carcere all’inizio di questo mese. Accusato di assassinio si era sempre professato innocente.

Si parla di morte per overdose, ma la procura vuole approfondire le cause di quest’ultimo decesso.

Due settimane dopo l’omicidio la polizia è dovuta intervenire nuovamente a Viganello nella pensione destinata generalmente a una clientela problematica. Una stanza era stata data intenzionalmente alle fiamme da una ragazza 28enne dimostratasi fragile e instabile e che più volte era stata condotta in clinica per gravi disturbi. Aveva conosciuto Cantoreggi e il 43enne del Mendrisiotto durante un soggiorno coatto in una clinica psichiatrica tre anni prima dove tutti e tre erano ricoverati. Non è chiaro se fosse la fidanzata o una conoscente e per quale motivo l’abbia fatto, ma la mattina del 28 dicembre era riuscita a entrare nella pensione e incurante del fatto che altre sette persone stavano ancora dormendo, ha dato fuoco a dei rotoli di carta igienica con un accendino.

La procuratrice pubblica Valentina Tuoni continuerà le sue indagini con l’unico imputato rimasto: un austriaco di 34 anni residente a Lugano con precedenti penali per droga. Dopo il suo arresto si è reso subito collaborativo confessando immediatamente che era stato lui a trascinare la vittima dopo averla percossa con brutalità al volto poco prima.

Le telecamere di sorveglianza mostrano immagini sconcertanti dei due imputati, che alloggiavano alla pensione, mentre trascinavano un corpo senza vita coperto di sangue lungo il corridoio dalla stanza n.1 alla stanza n.3 dove alloggiava Cantoreggi, per poi stenderlo sul suo letto. Le immagini proseguono poi con un terzo uomo che con un secchio d’acqua e una spazzola tenta di nascondere le tracce di sangue sul pavimento di legno, davanti alla telecamera.

Cantoreggi soffriva di problemi con l’alcol, di cui abusava troppo spesso per sentirsi meno solo, e combatteva contro la depressione e il profondo disagio sociale, causato dalla sua emarginazione. I due aggressori avrebbero probabilmente potuto evitare la sua morte se solo avessero dato l’allarme in tempo. Le indagini degli specialisti della scientifica hanno confermato che il sangue fuoruscito dalle ferite del volto sono confluite nelle vie respiratorie causando il decesso dopo alcuni minuti. Oltre che di omicidio colposo, il giovane austriaco dovrà rispondere anche dell’accusa di omissione di soccorso.