Il dittatore della Korea del Nord, Kim Jong – Un, è riapparso in pubblico dopo 20 giorni di assenza, per inaugurare una fabbrica di fertilizzanti.

Peccato che la quasi totalità dei tabloid lo avessero dato per spacciato, in seguito a una delicatissima operazione al cuore mal riuscita.  Si diceva fosse in stato vegetativo o addirittura che fosse subentrata la morte cardiaca. Poi, invece, eccolo riapparire in pubblico, sorridente, vivo e vegeto.

Da essere morto a riapparire in pubblico, certo, ce ne passa. Kim oggi non aveva alcun segnale di malessere di salute.

Sono state diffuse 21 foto dalla Kena, l’agenzia di stampa ufficiale della Corea del Nord, e dal Rodong Sinmun, quotidiano del partito dei lavoratori, (partito di Kim e di sua sorella). Il leader, col suo abito in stile Mao, ha impiegato la giornata del primo maggio a tagliare il nastro rosso inaugurale di una fabbrica di fertilizzanti fosfatici a Sunchon, a 50 km da Pyongyang, terminata dopo due anni di lavoro.

La riapparizione di Kim in pubblico ha generato molto subbuglio come, del resto, la notizia della sua (falsa) morte. Per sfatare l’ipotesi, che già serpeggia, che le foto siano una messinscena, è stato messo in circolazione anche un video, che mostra il giovane dittatore che cammina, sorridente, per sfatare le voci che lo davano incapace di camminare.

Il leader sembra in buona salute: nessun ausilio per la deambulazione, ma nemmeno mascherina o guanti per combattere il COVID-19. Il sito americano NKNews ha ingrandito e analizzato le foto, individuando un piccolo marchio sul polso destro: secondo un medico statunitense si tratterebbe di una puntura sull’arteria radiale, risultato di un intervento cardiaco, per un’operazione che il leader avrebbe subito immediatamente, in seguito a una crisi dovuta all’eccesivo consumo di alcool.

Ad ogni modo Kim è tornato, e lo ha fatto da vivo. Fino a prova contraria.