Tragedia nelle acque di Bandar-e Jask, nelle vicinanze della costa meridionale dell’Iran, dove una nave militare iraniana, Konarak, è stata colpita per sbaglio da un missile antinave, sempre iraniano. Il missile era partito da un’altra nave durante un’esercitazione. Si stima che nell’incidente, avvenuto nella giornata di domenica, siano state uccise almeno 19 persone e altre 15 sarebbero gravemente ferite. “La nave è stata colpita dopo aver spostato un obiettivo di esercitazione verso la sua destinazione e prima di aver creato una distanza sufficiente tra se stessa e il bersaglio” ha dichiarato la tv di stato IRIB. Si ipotizza che anche il capitano della Konarak sia deceduto nell’esplosione.

Secondo le poche informazioni che sono trapelate, la Konarak era una leggera nave di supporto che aveva il compito di spostare gli obiettivi da colpire. Da quello che si evince dalla ricostruzione di alcuni giornalisti la nave sarebbe stata colpita in quanto non era ancora abbastanza lontana dal bersaglio che aveva appena posizionato. La Konarak non sarebbe affondata ed è stata trainata in porto per essere ispezionata e far luce sulla vicenda.

Non è la prima volta che un tragico errore di questo tipo spezza la vita di tanti innocenti. Pochi mesi fa lo stesso corpo militare, ovvero le Guardie rivoluzionarie iraniane, aveva abbattuto per sbaglio un aereo di linea ucraino che stava sorvolando una zona vicino a Teheran. In quell’occasione persero la vita 176 persone.

Non sono mancate le critiche. La Repubblica ha riportato il commento del giornalista Maziar Khosravi: “Sparare sui nostri obiettivi, militari o civili che siano, in un lasso di tempo così breve non è un errore umano: è una catastrofe”. Un’opinione condivisa da molti.

L’incidente potrebbe peggiorare i rapporti già tesi con gli Stati Uniti in quanto il Golfo Persico rappresenta un passaggio estremamente importante e strategico per gli USA, ma anche per l’Arabia Saudita. Da quanto sono cominciate le tensioni tra Teheran e Washington, l’Iran ha sempre cercato di affermare la propria forza militare nel Golfo per intimorire coloro che hanno imposto loro le soffocanti sanzioni economiche.