Perché il Governo italiano ha deciso senza consultarsi con gli altri Paesi europei e con la Svizzera la riapertura completa e senza quarantena delle sue frontiere per il 3 giugno?

Perché il Paese è allo stremo, gli aiuti statali sono ancora un miraggio per gran parte della popolazione, e malgrado la Lombardia non abbia completamente debellato i contagi, ora la necessità economica di ripartire pesa come un macigno ed è molto superiore all’emergenza sanitaria. I commerci arrancano, gli acquisti affondano, il settore turistico é a rischio di perdere tutta la stagione e la disoccupazione nella Penisola sta drammaticamente aumentando. Cosa che, tra l’altro, metterà ancor più sotto pressione il mercato del lavoro ticinese. Ricordiamocelo quando si tratterà di votare il 27 settembre l’iniziativa per la disdetta della libera circolazione e il ripristino della preferenza indigena!

È inaccettabile questa fuga in avanti di Di Maio e Conte come lo è che l’Italia si dimostri così irresponsabile e il fatto che nazioni come Germania, Francia e Austria, certamente più avanti della Lombardia nella gestione della crisi coronavirus, concordino un’alleatamento alle frontiere solo per il 15 giugno ci fa capire che a Roma con il 3 giugno stanno giocando d’azzardo!

Marco Chiesa, UDC, consigliere agli Stati

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Le ragioni di Chiesa sono perfettamente comprensibili ma anche tendere alla normalità è un obiettivo fondamentale.

Conciliare la protezione con la riconquista della normalità.

Facile? Forse no, ma un cammino obbligato.

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Foto del Premier: Wiki commons (presidenza del Consiglio) – https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.it