Il (redivivo) leader della Corea del Nord Kim Jong Un ha convocato un incontro militare per discutere il rafforzamento dell’arsenale nucleare del suo Paese e mettere le forze armate strategiche in allerta.
Dopo meno di 20 giorni dalla sua apparizione pubblica, Kim affida dunque alle agenzie stampa ufficiali questa allarmante notizia, forse più di facciata (si spera) che di fatto. All’incontro, ha fatto sapere il dittatore, sono state introdotte nuove politiche per aumentare la deterrenza di guerra nucleare del paese, così come riporta la Central News Agency coreana. Il motivo? Delle “minacciose – e non meglio note – forze straniere”.
C’è chi pensa e guarda con apprensione alle forze armate del Paese dal rapporto più controverso con la Corea, ovvero l’America: la diplomazia tra Corea del Nord e Stati Uniti aveva traballato quando nel febbraio del 2019 l’incontro tra Kim e The Donald si era concluso senza nulla produrre, a causa delle controversie riguardo le sanzioni degli Stati Uniti contro la Corea. Kim Jong Un aveva quindi fatto sapere che, in risposta alla mancanza di accordo, avrebbe risposto con una “nuova arma strategica” e c’è chi teme che sia esattamente questa, ovvero il rafforzamento nucleare. Il dittatore ad oggi ha condotto “solamente” una serie di test missilistici a corto raggio, senza però provocare ulteriori danni.
L’agenzia di spionaggio della Corea del Sud è poi intervenuta sul riserbo delle apparizioni di Kim, sostenendo che il dittatore non sarebbe stato sottoposto ad alcuna operazione chirurgica, bensì avesse semplicemente limitato le sue apparizioni in pubblico per timore di contrarre l’infezione da Covid19. Infatti, ha concluso l’agenzia di spionaggio, le apparizioni del dittatore, quest’anno, in pubblico, sono state solo 17.