Nessuno si aspettava in Italia, di passare così rapidamente da uno stile pacioso e da salotto, fatto di abbracci e strette di mano, ad uno stile di vita così terribilmente connesso, tra cellulari, internet e on-demand, ma solo in modalità virtuale sui social. Se una cosa ha rivoluzionato di già questo periodo di stop a causa della pandemia mondiale, sono le abitudini delle famiglie italiane, che non erano più abituate a pranzi e cene insieme figuriamoci a fare lunghe sessioni di compiti scolastici a casa o stare con i propri figli, ventiquattro ore al giorno , tra una sessione scolastica online ed un compito “in rete”; ora che per 66 giorni, si sono condivisi ambienti , spazi di casa e nuove abitudini culinarie, con la diffusione dei nuovi servizi tecnologici si stanno condividendo anche nuovi mezzi di comunicazione e di lavoro da casa. Basate su nuove strategie di comunicazione nei social, chissà, forse, per una nuova rivoluzione in ambito digitale.

I social sono diventati “dirette”, a tratti televisione, a volte radio o semplici veicoli di informazione (e disinformazione) o mezzi per conferenze stampa, incontri di lavoro e riunioni tra colleghi; quasi a dar testimonianza di come degli strumenti di “lontananza” siano diventati strumenti di “vicinanza” e “prossimità”, tanto più necessari tanto più curiosamente diretti ed immediati, concreti e quotidiani. La “digital revolution” che irrompe ed apre le porte anche alla cultura ed all’arte, in modo nuovo. Molti sono infatti i musei e associazioni italiane (si è già detto in un precedente articolo), ma anche editori e organizzatori di eventi, che hanno iniziato ad usare in tal senso i social

Nel solco di quel primo progetto di arte contemporanea in Italia dal titolo “radio Papesse” che utilizzava in Toscana, lo strumento del podcasting per coinvolgere utenti e visitatori del museo di arte contemporanea di Siena al fine di informare sul mondo dell’arte e delle sue attivita’, accostandosi anche al campo internazionale di strada se ne è fatta. Sino ad arrivare al recente progetto di radio GAMeC del museo di Arte Contemporanea di Bergamo, che ha ideato una piattaforma per il live streaming al fine di rendere immediatamente disponibile una sorta di nuova “radio londra” con un daily quotidiano, dalla città più violentemente colpita dal virus, grazie a Leonardo Merlini e al suo entusiasmo, condividendo testimonianze e come recita la presentazione del sito online  “da una delle città più drammaticamente colpite dall’emergenza sanitaria in corso e, parallelamente, per spostare il punto di vista grazie a storie provenienti da tutto il mondo. Un modo per fare muovere il pensiero e continuare a respirare cultura, per raccontare il presente e immaginare un futuro tutto da costruire” e che si è recentemente conclusa.

Insomma, l’arte rimane anche virtualmente un vero e proprio percorso emozionale, come lo ha dimostrato anche il grande successo del progetto sui social “Decameron: una storia ci salverà”, o l’evento Pianocitymilano -“preludio2020” ovvero la anteprima virtuale della nona edizione del festival di pianoforte milanese che si è svolto dal 22 al 24 Maggio 2020 in streaming con ampio successo di pubblico. Concludendo insomma, l’arte come esperienza concreta e quotidiana. Anche in Italia.

Cristina T. Chiochia