Scandalo in Vaticano dove negli scorsi giorni è stato arrestato il finanziere Gianluigi Torzi, nell’ambito di un’indagine riguardante la compravendita di un immobile di lusso a Sloane Avenue, a Londra.

Torzi aveva fatto da intermediario per far tornare l’immobile nelle mani della segreteria di Stato vaticana, dopo che lo aveva perso a causa di un investimento sbagliato. In particolare il finanziere di origini molisane doveva far uscire dallo stallo un investimento fatto a favore del fondo Athena Capital Global Opportunities Fund. L’intera operazione si sarebbe dovuta concludere con l’acquisizione del prestigioso palazzo nella capitale inglese, per ben 200 milioni di euro. Nel corso di questa procedura, secondo il promotore di giustizia Gian Piero Milano, Torzi avrebbe intascato la cifra di 15 milioni di euro. Al finanziere ora vengono contestati episodi di peculato, truffa, autoriciclaggio ed estorsione. Reati punibili con 12 anni di carcere.

Secondo i legali di Torzi si tratta di un malinteso: “Questo provvedimento riteniamo sia il frutto di un grosso malinteso determinato da dichiarazioni interessate che possono aver fuorviato una corretta interpretazione della vicenda da parte degli inquirenti”, hanno dichiarato Ambra Giovene e Marco Franco. Gli avvocati hanno inoltre aggiunto: “Torzi non ha mai avuto intenzione di agire contro gli interessi della Santa Sede e, sin dall’inizio dell’inchiesta, ha manifestato costante disponibilità verso gli inquirenti per la ricostruzione dei fatti producendo decine di documenti, memorie e, infine, con l’interrogatorio durato ben otto ore, per eseguire il quale il nostro assistito è venuto appositamente dall’estero”.

L’indagine su una serie di operazioni poco trasparenti era iniziata lo scorso ottobre, dietro richiesta di Papa Francesco, e aveva portato a diverse perquisizioni negli uffici della segreteria di Stato, un importante ministero vaticano, e dell’Autorità di informazione finanziaria (AIF), un organismo che si occupa di contrastare il riciclaggio nella Santa Sede. Nell’ambito dell’inchiesta erano stati sospesi alcuni importanti dirigenti come Vincenzo Mauriello, Fabrizio Tirabassi e Caterina Sansone ma anche il direttore dell’AIF Tommaso Di Ruzza. Tuttavia è la prima volta che viene intrapreso un provvedimento così drastico.

Ciò che fa più discutere tuttavia è il fatto che il Vaticano abbia deciso di spendere 200 milioni di euro nell’acquisto di un immobile prestigioso, utilizzando anche dei fondi provenienti dall’Obolo di San Pietro, ovvero donazioni dei fedeli.