Questo interessante articolo di Lucia Patrini, biologa laureata, precede l’apocalisse della Pandemia, che ha sconvolto – da febbraio – le nostre vite. Vi si parla di influenza e di vaccini prima del Coronavirus ma il contributo conserva una sua indiscutibile attualità.

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immagine Pixabay

Che cos’è l’influenza: dal contagio ai sintomi
L’influenza è una malattia provocata da virus (genere Orthomixovirus), che infettano le vie aeree (naso, gola, polmoni). È molto contagiosa, perché si trasmette facilmente attraverso goccioline di muco e di saliva, anche semplicemente parlando vicino a un’altra persona.

I sintomi che all’inizio la caratterizzano possono essere molto variabili, dal semplice raffreddore al mal di testa, dall’infiammazione della gola e dei bronchi, ai dolori osteo-articolari. L’influenza costituisce un importante problema di sanità pubblica a causa della ubiquità, contagiosità e variabilità antigenica dei virus influenzali, dell’esistenza di serbatoi animali e delle possibili gravi complicanze. Proprio la commistione uomo-animali rende ancora piu’ facile il passaggio da specie a specie del virus e l’acquisizione di mutazioni con ulteriore velocità.

Frequente motivo di consultazione medica e di ricovero ospedaliero e principale causa di assenza dal lavoro e da scuola, l’influenza è ancora oggi la terza causa di morte in Italia per patologia infettiva, preceduta solo da Aids e tubercolosi. A ciò va aggiunto che i sintomi dell’influenza sono simili a quelli di molte altre malattie; pertanto il termine “influenza” viene spesso impropriamente attribuito ad affezioni delle prime vie aeree di altra natura, minimizzando il ruolo dell’influenza come agente eziopatologico oppure causando l’ospedalizzazione di soggetti con patologie simili e il relativo aumento dei costi assistenziali e dei ricoveri impropri.

Influenzati in cifre
In Italia, l’andamento stagionale delle sindromi simili all’influenza è rilevato attraverso la rete di medici sentinella Influnet. Si stima che ogni anno vengano colpiti in media da sindromi influenzali circa 5 milioni di soggetti.

La capacità mutante del virus come modalità intelligente di sopravvivenza
Alla base dell’epidemiologia dell’influenza vi è la marcata tendenza di tutti i virus influenzali a variare, cioè ad acquisire cambiamenti nelle proteine di superficie che permettono loro di aggirare la barriera costituita dall’immunità presente nella popolazione con esperienza pregressa di infezione; ciò spiega perchè l’influenza possa ripetutamente colpire la popolazione e causare ricorrenti epidemie tanto da dover ripetere la vaccinazione annualmente.

I repentini cambiamenti dell’assetto genetico dei virus influenzali A e B umani, determinano modifiche antigeniche di minore entità, responsabili della comparsa di ceppi influenzali annuali. Cambiamenti di maggiore entità, solo per il virus A, originano la comparsa di nuovi sottotipi di virus influenzali con caratteristiche antigeniche molto diverse rispetto ai virus precedenti.

I virus “mutati” sono dotati di potenziale pandemico, cioè della capacità di provocare epidemie estese in breve tempo a tutta la popolazione del globo. Le caratteristiche del tutto nuove di questi rispetto ai virus circolanti, infatti, fanno sì che la popolazione umana non abbia alcuna protezione immunitaria (acquista naturalmente o per effetto della vaccinazione) nei loro confronti.

La Pandemia: solo una paura collettiva?
Anche se la paura della Spagnola e della SARS sembrano ormai un ricordo, in considerazione del fatto che i virus influenzali possono infettare diverse specie animali oltre all’uomo, è possibile che, quando vi sia co-infezione nello stesso individuo, insorgano nuovi sottotipi virtualmente dotati di potenziale epidemico o pandemico, per fenomeni di ricombinazione genetica. Per potere parlare di potenziale epidemico o pandemico, i ceppi formatisi a seguito di ricombinazione dovrebbero avere anche la capacità di trasmettersi da persona a persona, e ciò sotto determinate condizioni risulta possibile.

Non è possibile prevedere né il momento né il preciso impatto di una futura pandemia. La severità della malattia causata da un nuovo ceppo virale, la rapidità della sua diffusione ed i gruppi maggiormente suscettibili nella popolazione sono variabili ignote e correlate al ceppo pandemico.

Una cosa è certa: quando l’OMS dichiara lo “stato di pandemia” non si riferisce alla possibile gravità del quadro clinico, ma al potenziale di diffusione della malattia. Non si tratta necessariamente di “pandemia globale”.

I soggetti piu’ esposti
Purtroppo non è da sottovalutare una famosa teoria di Pasteur: “Il terreno è tutto , il germe è nulla” che riassume un concetto fondamentale: alcuni soggetti immunosoppressi, per svariate motivazioni tra cui l’età troppo avanzata o troppo giovane, restano un buon terreno per far attecchire i virus, tra i quali quello influenzale.

Vaccino sì o no?
Un vaccino antinfluenzale ha vantaggi e svantaggi. Come qualsiasi intervento di profilassi o farmacologico detiene sempre una percentuale di pericolosità residua, che dovrebbe essere resa nota con chiarezza per consentire scelte consapevoli ai cittadini.

La variabilità delle influenze è altissima ed è molto difficile prevedere il tipo di diffusione che avrà. Nonostante questo tra settembre e ottobre di solito i titoli dei giornali parlano di milioni di persone ammalate… che puntualmente non si verificano, cosicché le previsioni epidemiche spesso vengono disattese. Il vaccino proposto non ha avuto un lungo periodo di sperimentazione e le percentuali di risposta sono piuttosto variabili. Fa quindi ancora discutere e lascia perplessi sulla vera utilità, poiché un certo numero di casi di influenza si verificano proprio tra i soggetti vaccinati.

Rimedi preventivi oltre al Vaccino
La decisione se vaccinarsi o se vaccinare i propri figli va presa individualmente, tenendo conto dei pro e dei contro collegati alla vita di ciascuno. Quello che pare evidente è che, vaccinati o no, non ci si possa esimere dal prendere provvedimenti preventivi e sane abitudini quotidiane. Le misure di prevenzione , oltre alla vaccinazione, non differiscono da quelle utili per evitare di essere contagiati: lavarsi bene le mani, evitare luoghi chiusi e affollati, indossare mascherine per proteggersi, eccetera.

Tra i punti importanti su cui far leva nella prevenzione delle patologie virali sicuramente figurano le buone abitudini alimentari che prevedono una dieta ricca di cibi freschi – meglio se derivanti da coltivazione biologico dinamica, e di cereali integrali – prevalentemente latteo vegetariana. Inoltre gli esperti consigliano di assumere integratori a base di vitamina C, di mantenersi attivi attraverso un buon esercizio fisico, di ritagliarsi il tempo necessario per sane passeggiate all’aria aperta, evitando troppe ore davanti agli schermi elettronici che causano stanchezza del sistema nervoso con relativo abbassamento delle difese.

Una febbre per ripartire piu’ forti di prima
La nostra è una società dove anche un raffreddore è da curare e dove spesso si perde il senso del logico e del patologico, sottovalutando le cause e sopravvalutando i sintomi. In chiusura propongo al lettore una riflessione tratta dalla Medicina Antroposofica di R. Steiner: “L’influenza, con la febbre che l’accompagna, è una ‘sferzata’ dell’organizzazione dell’io, l’istanza soprasensibile regolatrice di tutti i processi metabolici umani, al nostro ‘organismo di calore’. Molti di noi lo coltivano poco, tale organismo, e quindi di tanto in tanto la febbre li coglie, quasi come un risveglio e un ammonimento. Curiamo con l’attività interiore ed esteriore quest’organismo di calore, con l’entusiasmo e, naturalmente, senza la paura.”

Lucia Patrini, biologa