di Cristina T. Chiochia
In Italia la voglia di “ripartenza” non si arresta, in particolare nell’ambito del circuito del contemporaneo. Da nord a sud. Ne è un buon esempio una mostra che si inaugurerà infatti il 18 Luglio 2020 , presso il Castello Di Barletta la mostra “Inhuman”. Barletta è un comune italiano piuttosto ampio, circa 95.000 abitanti ed è capoluogo insieme a Trani e Andria della provincia di Barletta, Andria e Trani nella regione chiamata Puglia.
Oleg Kulik, Family of the future
Tra l’arte concettuale del sudafricano Kendell Gerrs, sino a Oleg Kulik ed Andres Serrano la mostra vuole significare il concetto di “declino”: dignità della persona e libertà ecco da dove parte la riflessione, ovvero una sintesi tra pandemia, differenze etniche e ripartenze, sul forte degrado umano offrendo una riflessione sulla violenza che spesso viene esercitata da singole persone, a volte da gruppi.Morale? Antropologia? Chissà. Ma il tema della disumanità dopo il lockdown in Italia è un tema molto attuale. Passati in fretta dall'”andrà tutto bene” al “come andrà”, il Bel Paese con questa mostra offre una possibile scelta attraverso l’arte , la cultura e la bellezza del paesaggio italiano.
Kendell Geers, Masking tradition
La mostra, curata da Giusy Caroppo, ideatrice del progetto “Puglia Circuito del Contemporaneo” che promuove la prassi di un’idea di “museo temporaneo diffuso”, rimane una rete di primo piano per la produzione di arte contemporanea con l’organizzazione di mostre in siti di primaria importanza al fine di rivalorizzarli in modo “non convenzionale”. L’arte insomma, come “presidio permanente” e, come recita il comunicato stampa “per Barletta, si tratta di proseguire la vocazione a farne un ideale “luogo del contemporaneo”, iniziata nel 2009 con On the ground Underground per Intrameonia Extra Art, le declinazioni di Watershed tra 2012 e 2013 sino alla grande mostra del 2018, VICTORY OF DEMOCRACY e l’istallazione pubblica GOVERNMENT di Andrei Molodkin”.
Oleg Kulik Tw-Inri-816
Arte come simbolo, come ripartenza. Attraverso i “media-neon” di Geers, le sue opere in acrilico o le sculture “reinventate” in mostra, dalle installazioni site specific tra arte e fotografia del russo Oleg Kulik, che testimonia la lotta per salvagurdare l’ambiente, alla serie “Torture” di Andres Serrano, del 2015 e qui esposte in blocco in una delle sale “cannoniere”del Castello di Barletta ovvero il concetto stesso di identita’ come perfezione umana attraverso la sua negazione, quasi come dannazione eterna.
Concludendo, la mostra sarà organizzata dal Teatro Pubblico Pugliese, ed è stata realizzata anche grazie al contributo del Comune di Barletta e alla collaborazione degli artisti e – rispettivamente – per Kendell Geeers di a/political, Londra e la collaborazione di Becky Haghpanah-Shirwan, Sylwia Serafinowicz, Cendrine du Welz; per Oleg Kulik della Galleria Giampaolo Abbondio di Milano; per Andres Serrano della Galleria Alfonso Artiaco di Napoli.
Un esempio di ripartenza in una zona a forte “rilevanza turistica”, testimonianza di una ricchezza, che è il patrimonio del territorio italiano, tutto da scoprire. In particolare ora.
Foto dell’Ufficio stampa della mostra