Il comitato direttivo del PLR della città di Ginevra ha preso una decisione relativa al consigliere di stato Pierre Maudet, escludendolo dal partito. La decisione è stata quasi unanime: 22 favorevoli, uno astenuto e un contrario. La decisione è arrivata dopo un’ora e mezza di discussione e secondo il presidente Bertrand Reich si è trattato di una scelta “gravosa” ma resa necessaria dai valori del partito.

Il consigliere di Stato può opporsi alla decisione presa entro 30 giorni ma non è ancora chiaro se lo farà. Ha dichiarato che non ha nessuna intenzione di partecipare al “processo politico” messo in piedi contro di lui e si è lamentato del fatto che il suo diritto di essere ascoltato in merito alla vicenda è puramente illusorio. Infatti questa mattina non si è presentato alla riunione dove è stata decisa la sua esclusione.

Il politico si era ritrovato centro di uno scandalo e di un’indagine per presunta accettazione di vantaggi nel corso di un viaggio ad Abu Dhabi, nel 2015. Accusato di aver ricevuto un “regalo” da parte della famiglia reale degli Emirati Arabi, il Consigliere del governo del canton Ginevra era finito due anni fa nel mirino della magistratura per abuso d’ufficio. Il viaggio era durato 4 giorni ed era stato definito dall’uomo come privato, finalizzato ad assistere a una gara di Formula1. Tuttavia lo avevano accompagnato, oltre alla famiglia, anche un suo stretto collaboratore e un uomo d’affari ginevrino. Mentre erano lì il principe ereditario si era assunto tutti i costi del loro soggiorno, facendo sorgere non pochi dubbi sul reale scopo dello viaggio. Inoltre nel corso della visita Maudet avrebbe anche incontrato il ministro della Difesa Mohammed bin Zayed Al Nahyan. Incontro che il politico aveva definito come casuale.

La pressione su Maudet si è intensificata nelle scorse settimane, dopo che il Ministero pubblico ha annunciato che lo avrebbe rinviato a giudizio e che Maudet si sarebbe ritrovato sul banco degli imputati.

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Non bisogna dimenticare che Maudet, ambizioso e sulla cresta dell’onda, era stato il candidato PLR romando al Consiglio federale (battuto da Ignazio Cassis).

Il braccio di ferro dura da molto tempo. L’unica vera chance nelle mani del coriaceo Maudet, che rifiuta caparbiamente di dimettersi, è la seguente: egli è un eletto del popolo e non del PLR. Dunque il PLR può espellerlo (lo ha fatto) ma non può obbligarlo a dimettersi. Persino la presidente nazionale Gössi si era scagliata contro di lui, pretendendo che se ne andasse. Invano.

In verità le accuse contro Maudet non sembrano gravissime ma le due parti antagoniste si sono via via irrigidite e il pozzo si è avvelenato.