Temo la pandemia? Sì, moderatamente. Ma temo molto di più l’informazione sulla pandemia, che è martellante, ossessiva e (secondo me) minaccia il libero arbitrio delle persone.

All’orribile Coronavirus si è aggiunta, in un clima di diffusa follia, l’esecrazione di un passato storico che non può essere privo di crudeltà, di oppressione e di colpe. “Non si può regnare innocenti!” è un celebre motto ben presente alla mia mente. Assistiamo allora all’abbattimento delle statue, all’inginocchiamento di atleti e deputati, allo speech illuminato e politicamente corretto del nipotino della Regina (povera nonna). Eccetera. Non sono tempi facili, e neppure allegri.

Nicola Porro è un giornalista contro corrente. Scrive liberamente e senza paura.

L’ultima sua risposta è secondo me la più importante e la più decisiva.

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da LiberoQuotidiano.it

foto Wiki commons (Alessandra Brunhildmedia) https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0/deed.it

Nicola Porro   «I grandi giornali, anzi il “giornale unico del virus”, come lo chiamo io, sono scollegati dalla realtà e se ne renderanno conto. Comunque in questo atteggiamento a senso unico hanno pesato una serie di fattori».

Elencane qualcuno. 
«Il primo fattore è genetico: il sangue e il terrore fanno vendere».

E poi? 
«Gli editori ci hanno messo del loro. Molti sono anziani e hanno avuto paura. Fisica. Hanno capito che stavano rischiando. Peccato che abbiano messo in secondo piano le conseguenze economiche per il Paese».

Finito?
«No, poi c’è stato il “partito dei virologi”. È accaduto un po’ come per il “partito di mani pulite”. Se gli scienziati avessero reso meno grave la battaglia, non sarebbero stati seguiti. Così sono diventati intolleranti. Ad esempio: per me Roberto Burioni e Francesco Saverio Borrelli sono le due facce del talebanismo oltranzista e intransigente».

Risultato: una cappa di conformismo sull’informazione come forse non c’è mai stata in questo Paese. 

«Attraverso la paura e il messaggio martellante a suon di terrore su seconda ondata e nuovo virus in arrivo, è stato realizzato un esperimento sociale finalizzato al controllo. Il virus di fatto ha sostituto l’ambientalismo, visto che la narrativa sulla fine del mondo e il riscaldamento globale non ha funzionato».