Figlio ventenne della giudice del caso Epstein assassinato.

Un anno prima di insediarsi, Trump avrebbe detto “cosa accadde in quella fogna di Epstein, chiedetelo al principe Andrea”

Daniel Anderl, ucciso a 20 anni

Daniel Anderl, figlio 20enne di Esther Salas, giudice che si occupa del caso Epstein – morto suicida in un carcere a New York, in circostanze mai chiarite – è stato ucciso da un killer vestito da fattorino che lo ha freddato sparandogli al cuore.

Il giovane viveva coi suoi genitori a New Brunswick, nel New Jersey, quando un uomo ha suonato alla porta. Il ragazzo, seguito dal padre, Mark Anderl, è andato ad aprire: l’uomo, vestito da fattorino, ha freddato il giovane, ferendo anche gravemente il padre. Sua madre, il giudice federale Esther Salas, non è stata ferita. Il killer, noto poi come Roy Den Hollander, è stato trovato morto poco dopo, in una proprietà a Sullivan County, nel Rockland. L’assassino avrebbe scritto sul suo profilo social “il cancro ti abbatte e i dottori ti finiscono”. Forse un messaggio in codice, forse di un sicario, forse di uno squilibrato.

Si indaga per omicidio, presupponendo che il mandante sia un antifemminista, data la nota attività della madre come giudice, che è anche la prima donna latino americana a servire Il Paese come autorità federale in New Jersey.

Cattolico fedele, Daniel era bravissimo all’università, i conoscenti lo definiscono “un ragazzo d’oro” e si stringono a Mark Anderl e Esther Salas per la perdita del loro figlio.

Nel frattempo, il caso Epstein si intorbida ancor di più: quando Donald Trump aveva rivelato, durante un evento organizzato da Bloomberg, nel 2015, che “il principe Andrea avrebbe saputo quel che accadeva “in quella fogna di Epstein”, allora nessuno aveva dato peso a quella frase, ma oggi, a distanza di cinque anni, le parole pongono il terzo figlio di Elisabetta II tra l’ncudine e il martello di una situazione probabilmente nella quale probabilmente si è immischiato, deliberatamente, lui stesso. Il Dipartimento di Giustizia americano aveva, a giugno, chiesto di interrogare il principe Andrea sul caso di Jeffry Epstein e il reale aveva accettato, praticamente costretto: un suo rifiuto avrebbe comportato una probabile convocazione da un tribunale di Londra per rispondere alle domande della giustizia americana. Praticamente un aut aut con poca differenza tra gli “aut”. I legali del principe si erano detti furiosi poiché la suddetta notizia della convocazione era trapelata su tutti i tabloid.

In quel lontano giorno in cui i giornalisti chiesero al Tycoon cosa accadeva a Little St James, l’isola caraibica di Epstein, Trump, conoscente del miliardario Epstein assieme a sua moglie Melania, aveva risposto così. All’epoca Andrea non era così gravemente implicato poiché l’allor minorenne e vittima Virginia Roberts Giuffre non aveva ancora parlato. La ragazza, ad oggi trentaseienne, sarebbe stata procacciata al principe Andrea dalla magnate Ghislaine Maxwell, ad oggi in carcere a New York, in attesa di processo: sodale e amica sia di Andrea che di Epstein.  Oggi pingue, all’epoca avvenente, bionda, occhi azzurri, per due anni, dal 200 al 2002, Virginia fu vittima di orge, dai 17 ai 19 anni.  Nel 2002, ancora giovanissima, Virginia Robert Giufrre si  sposò con Robert Giuffré (con cui, ad oggi, ha tre figli); nel 2010  decise di parlare diffamando la sua mezzana, Ghislaine: raccontò di essere stata trasportata in aereo, a 19 anni, nelle magioni di Epstein, dove si consumavano le orge. Già cinque anni prima erano incominciate a piovere denunce da ragazzine che sostenevano di essere state abusate da Epstein.