“La scorsa settimana Adriano Cavadini ha invitato su questo giornale il Municipio cittadino a una pausa di riflessione sul progetto del nuovo polo sportivo e degli eventi rilevando in un suo articolo numerosi quesiti tuttora irrisolti ed evidenziando l’oneroso impegno finanziario per la Città in questi momenti difficili per gli enti pubblici. Io non credo però che il Municipio modificherà il suo atteggiamento e nemmeno oso sperare che il Consiglio comunale, ancora una volta confrontato con un’elezione, rifletterà ulteriormente sui rischi e i problemi del progetto. Ci sono momenti in politica che sono senza ritorno: quando si è andati oltre, ripensare significa ammettere un errore. Raramente la politica è capace di farlo, anche se sarebbe buona cosa. Di questi tempi, poi, in cui conta solo la comunicazione, quindi l’apparenza e molto meno il merito, a che pro ritornare sui quesiti?” (dal CdT odierno)

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In un articolo molto incisivo, di cui abbiamo riprodotto l’incipit, Fulvio Pelli solleva una quantità di obiezioni e dubbi sul progetto del Polo sportivo. L’impegno finanziario è enorme, gli ostacoli procedurali sono stati sottovalutati, ci sono delle alternative migliori, eccetera. Pelli, inoltre, allude esplicitamente alle elezioni comunali 2021, che si avvicinano a grandi passi e condizionano il comportamento delle forze politiche. Osservazione sacrosanta.

Il primo consiglio che ci sentiamo di dare all’amico Fulvio è quello di contattare la direzione del PLR Lugano, che secondo voci diffuse e forse persino attendibili lui stesso ha collocato in carica.

L’articolo di Pelli costituisce una frenata in piena regola (come d’altronde il precedente di Cavadini). Ha il pregio di non essere vago, elencando puntigliosamente tutte le difficoltà disseminate lungo la via. Ma è, bisogna ammettere, a senso unico, poiché non concede nulla agli antagonisti.

Senza alcun dubbio ci sarà una replica, ed è importante che si sviluppi un sano e tagliente dibattito. “Qui regna il Pensiero Unico!” sbuffò indignata una gentile consigliera comunale, mentre chiacchieravamo – da bravi luganesotti – in piazza Dante. Ma io dico: non sia mai!