Lo storico accordo mediato dagli Stati Uniti, stabilisce la normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra Israele e gli Emirati Arabi Uniti (UAE). Si scambieranno ambasciate e inizieranno la cooperazione su un’ampia gamma di settori, tra cui turismo, istruzione, assistenza sanitaria, commercio e sicurezza. Il presidente Trump si aspetta ora che altri paesi arabi e musulmani seguiranno l’esempio degli Emirati Arabi Uniti nel riconoscere l’esistenza dello Stato di Israele. Una mossa necessaria per fermare una bomba ad orologeria che stava minacciando lo stato Palestinese. Israele, firmando l’accordo infatti, ha sospeso i suoi piani di annettere parte dei territori palestinesi occupati.

Il primo ministro Benjamin Netanyahu si è affrettato a dichiarare che non ci sarà nessun cambiamento nei suoi piani di annessione, mentre gli UAE, che diventano ora uno degli alleati più stretti degli Stati Uniti nella regione, affermano che l’accordo interrompe l’annessione.

Dopo la Giordania e l’Egitto, gli UAE sono il terzo paese arabo ad annunciare relazioni diplomatiche con Israele, che sta cercando di coltivare legami anche con l’Arabia Saudita, l’Oman e il Bahrain e nello stesso tempo rafforzare il controllo sui palestinesi. Nonostante gli UAE non riconoscano formalmente lo Stato di Israele, i due paesi hanno aumentato i legami nel corso degli anni in parte per la condivisione di odio nei confronti dell’Iran e in parte perché Abu Dhabi aspira ad ottenere la tecnologia sulla sicurezza utilizzata dall’intelligence israeliana.

Questo annuncio avrà un forte riverbero in tutto il Medio Oriente, il quale ha una storia turbolenta con lo stato ebraico. La leadership palestinese accusa gli UAE di averli abbandonati. Da tempo Hamas, il gruppo militante che controlla Gaza, fa affidamento sul sostegno arabo nella lotta per l’indipendenza, e questo accordo è visto come un tradimento che danneggia la loro causa fino a quando non sarà raggiunto un completo accordo di pace. La nuova alleanza ha infranto lo status quo in cui Israele era per lo più isolato dai suoi vicini. L’ambasciatore palestinese negli Emirati Arabi Uniti è stato richiamato.

Israele rimane un acerrimo nemico dell’Iran. Le guardie rivoluzionarie iraniane hanno promesso che ci saranno pericolose conseguenze per gli UAE, avvertendo che l’accordo di aprire relazioni diplomatiche ridurrà l’influenza americana in Medio Oriente e porterà un futuro pericoloso per il governo degli Emirati. Il presidente iraniano Hassan Rouhani ha condannato l’accordo e ha avvertito che gli UAE hanno commesso un “errore enorme” e che non consentirà ad Israele di avere un “punto di appoggio nella regione”. Il ministro degli Esteri di Teheran, Mohammad Javad Zarif, ha descritto l’accordo come “un pugnale ingiustamente inferto dagli Emirati alle spalle del popolo palestinese e di tutti i musulmani”.

Dopo l’annuncio dell’accordo, anche il presidente turco Erdogan ha minacciato di sospendere le relazioni diplomatiche con gli UAE e di richiamare il proprio ambasciatore. Erdogan è un forte sostenitore della causa palestinese e ha spesso criticato le politiche israeliane in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. Il suo portavoce, Ibrahim Kalin, ha dichiarato in un messaggio: “La storia non dimenticherà coloro che tradiscono il popolo palestinese e svendono la causa palestinese. La Turchia continuerà a sostenere il popolo palestinese”.

La delegazione israeliana e quella emiratina, si incontreranno nelle prossime settimane per firmare accordi su investimenti, turismo, voli aerei diretti, sicurezza, telecomunicazioni, tecnologia, energia, sanità, cultura, ambiente e molte altre aree di reciproco vantaggio. Su richiesta di Trump, Israele sospenderà la dichiarazione di sovranità sulla Cisgiordania, interrompendo così il potenziale di un’escalation violenta. Ma i ministri degli Emirati non hanno garanzie certe che Israele non annetterà in futuro il territorio palestinese occupato.

I leader della destra israeliana, indignati per la sospensione del piano di annessione, hanno criticato fortemente Netanyahu, suggerendo che questo potrebbe essere il momento per il primo ministro di lasciare la scena politica. “Il primo ministro ha perso. Ci ha ingannati per molto tempo”, ha dichiarato il presidente del Consiglio di Yesha, David Elhayani, “Se ha davvero rinunciato al piano di applicare la sovranità israeliana agli insediamenti, Netanyahu deve essere sostituito”, ha aggiunto.

Gli Emirati Arabi Uniti hanno presentato la loro decisione come un modo per incoraggiare gli sforzi di pace e togliere dal tavolo la prevista annessione dei territori occupati. Netanyahu però insiste sul fatto che il suo piano di annessione della Cisgiordania è temporaneamente sospeso su richiesta del presidente Trump, ma che rimane un “impegno” a implementarlo con il coordinamento degli Stati Uniti.

“Finché l’alternativa a Netanyahu è un governo di sinistra, la destra continua ad essere ostaggio di Netanyahu”, ha detto Bezalel Smotrich, presidente del partito religioso di destra Tkuma.