L’accordo tra Israele e gli Emirati Arabi Uniti, considerato storico, non piace a tutti. I palestinesi per primi lo vedono contro la loro causa, i coloni israeliani temono di essere abbandonati dal primo ministro Netanyahu, mentre l’Iran ha affermato che gli UAE hanno commesso un “enorme errore”.

“Gli Emirati faranno meglio a stare attenti. Hanno commesso un atto insidioso”, ha detto il presidente iraniano Hassan Rouhani. Il capo di stato maggiore delle forze iraniane Mohammad Baqeri, ha avvertito i leader degli Emirati che, se si dovesse verificare un incidente nel Golfo Persico che viola la sicurezza nazionale della repubblica islamica dell’Iran, sarà visto come iniziativa degli UAE e non potrà essere tollerato. “È inaccettabile che gli Emirati, che sono una nazione musulmana, abbiano normalizzato le relazioni con Israele che ha espulso i palestinesi dalla loro patria. L’esercito iraniano potrebbe adottare un approccio diverso nei confronti degli Emirati”, ha dichiarato il generale Baqeri. L’accordo potrebbe accelerare la fine di Israele, secondo il corpo delle Guardie rivoluzionare islamiche iraniane.

Il vice ministro degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale per gli affari politici degli Emirati Arabi Uniti, Khalifa Shaheen Al Marri, ha convocato ieri un alto diplomatico dell’ambasciata iraniana ad Abu Dhabi per consegnargli una nota di forte protesta contro le osservazioni iraniane definite “infiammatorie e inaccettabili” oltre che “minacciose”, le quali potrebbero portare a gravi implicazioni per la sicurezza e la stabilità nella regione del Golfo. Il ministro per gli Affari Esteri degli Emirati Arabi Uniti, Anwar Gargash, ha ribadito che “l’iniziativa principale non è quella di risolvere il conflitto israelo-palestinese, che spetta solo ai palestinesi e agli israeliani, ma è quella di contribuire a disinnescare una minaccia”. Gli Emirati hanno concesso a Netanyahu un modo elegante di rinnegare uno sconsiderato impegno elettorale, offrendo riconoscimento diplomatico in cambio di un rinvio dell’annessione israeliana di alcune terre della Cisgiordania. La decisione è un modo per incoraggiare gli sforzi di pace, e Gargash, ha anche ribadito che non intende in alcun modo creare una sorta di raggruppamento contro Teheran. “L’accordo non riguarda la lotta contro l’Iran” ha dichiarato. Gli UAE rifiutano dunque in modo assoluto il linguaggio usato dalle autorità iraniane, considerandolo un’ingerenza nei suoi affari interni e un attacco alla sovranità.

Gargash ha anche voluto respingere le affermazioni del presidente turco Erdogan, che ha minacciato di richiamare il suo ambasciatore dagli UAE per l’accordo raggiunto con lo stato ebraico, definendole “double standard”, sorvolando sui significativi legami commerciali della Turchia con Israele. “Hanno più di mezzo milione di turisti israeliani, hanno 2 miliardi di dollari di scambi bilaterali e un’ambasciata esistente in Israele. Mi chiedo se questa sia una posizione di principio e meno”, ha detto il ministro emiratino.

Il presidente Trump aveva proclamato “che andare nel Medio Oriente è la peggiore decisione mai presa nella storia degli USA”. Eppure è proprio la regione del Medio Oriente che ha fornito a Trump i suoi risultati in politica estera. Gli ha fornito un risultato diplomatico praticamente unico. Ma i media americani ritengono che il contributo di Trump è stato per lo più involontario. Israele e Emirati Arabi Uniti si sono avvicinati da anni a causa della loro paura condivisa dell’Iran. La decisione di Trump di lasciare l’accordo nucleare del 2018, ha portato l’Iran ad intensificare il suo programma nucleare ed è più vicino ad avere una bomba nucleare rispetto a quando Trump è entrato in carica. L’embargo delle Nazioni Unite sulla vendita di armi all’Iran è destinato a scadere e il Segretario di Stato Mike Pompeo non è riuscito a convincere il Consiglio di sicurezza a prorogarlo. Le sanzioni unilaterali di Trump hanno danneggiato l’economia iraniana, ma la repubblica islamica ha una nuova amicizia con la Cina e rimane più pericolosa che mai.

Autorevoli analisti americani ritengono che, nonostante la gradita notizia dell’accordo UAE-Israele, Trump lascerà in Medio Oriente “un pasticcio” ancora più grande di quello che ha trovato.