L’avvocata turca Ebru Timtik è deceduta giovedì sera a Istanbul, dopo 238 giorni di sciopero della fame. Timtik, assieme ad altri 17 colleghi era stata accusata di avere dei legami con il Fronte rivoluzionario della liberazione popolare, un gruppo di estrema sinistra considerato un’organizzazione terroristica da molti paesi tra cui Turchia, USA e Unione Europea. Per questo presunto legame Timtik era stata condannata a 13 anni di carcere. Lei e il collega Aytac Unsal entrambi facevano parte dell’Associazione contemporanea degli avvocati un gruppo di sinistra che si occupa di difendere imputati in casi delicati dal punto di vista politico.

Sia Timtik che Unsal avevano iniziato lo sciopero della fame per chiedere un processo equo. Dopo la condanna la donna si era nutrita unicamente di acqua zuccherata, tisane e vitamine arrivando a pesare 30 chili nel momento della morte. Anche Unsal al momento versa in condizioni molto gravi. Alcune settimane prime del decesso era stata inviata una richiesta di scarcerazione per motivi medici che tuttavia era stata respinta dal tribunale di Istanbul e dalla Corte costituzionale.

La morte della donna ha suscitato numerose reazioni nel paese. Molte persone si sono riunite per renderle omaggio nel cimitero dove è stata sepolta. “Questo decesso è un’onta per la storia della giustizia turca” ha dichiarato l’associazione degli avvocati di Istanbul. Il sit-in al cimitero di Gazi è stato duramente represso dalla polizia armata di lacrimogeni e proiettili di gomma. Anche l’opposizione ha reagito alla morte di Timtik. Sezgin Tanrikulu, deputato del partito Chp che si oppone a Erdogan ha twittato: “Ebru Timtik è stata fatta morire sotto i nostri occhi. ’abbiamo persa a causa della coscienza cieca della giustizia e della politica. Il suo unico desiderio era di avere un processo equo e onesto”.

L’Unione europea ha espresso il suo dispiacere per la morte dell’avvocata tramite il portavoce della Commissione per gli affari esteri Peter Stano: “Questo esito tragico illustra dolorosamente la necessità urgente che le autorità turche affrontino in modo credibile la situazione nel Paese per quanto riguarda i diritti umani e le serie carenze osservate nel sistema giudiziario” ha sottolineato.

Timtik non è la prima persona a morire quest’anno a causa di uno sciopero della fame. La stessa fine l’ha fatta Helin Bölek, cantante del gruppo Grup Yorum, il bassista dello stesso gruppo Ibrahim Gökçek e infine anche l’attivista Mustafa Koçak che non mangiava da circa 300 giorni.