Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Ci permettiamo di aggiungere che l’atto parlamentare ci pare assolutamente giustificato.
Interpellanza
Presentata dai confirmatari:
Edo Pellegrini UDF-UDC, Paolo Caroni e Sara Imelli PPD+GG, Paolo Pamini UDC, con il sostegno dei gruppi PPD+GG, UDC e Lega
Agenda scolastica 2020/2021: dove stiamo andando?
L’agenda scolastica ticinese, prima denominata diario scolastico, fa parte del nostro collettivo da oltre 80 anni. Ci ha accompagnato durante il nostro percorso formativo, a volte l’abbiamo amata, a volte ci ha lasciato l’amaro in bocca.
Dal 2019 il Cantone distribuisce l’agenda scolastica principalmente gli allievi di scuola media; nell’anno scolastico 2019-2020, per la prima volta, l’hanno ricevuto anche gli allievi delle quinte elementari degli istituti comunali e delle scuole speciali, oltre che gli allievi del primo anno delle scuole medie superiori.
Ogni anno l’agenda scolastica tratta un tema centrale che costituisce il filo conduttore del diario. Nell’anno appena passato, con l’anniversario della convenzione ONU dei diritti dei ragazzini il tema è stato proprio sui diritti fondamentali del fanciullo.
Quest’anno invece il filo conduttore è il clima, tema molto sentito da tutta la popolazione e in particolare nelle giovani generazioni. Si tratta di un tema che merita a tutti gli effetti la massima attenzione da parte della classe politica.
È dato appurato che nella nostra realtà cantonale praticamente tutti i gruppi politici esprimono le loro idee sul tema dell’ambiente con la sensibilità, le modalità e l’accento che li contraddistingue e non si può mettere in dubbio la loro sincerità nel voler mirare ad uno sviluppo più sostenibile della società.
Sfogliando l’agenda scolastica 2020/21 si rimane tuttavia esterrefatti dall’impostazione e dal taglio che viene dato al tema dell’ambiente e ad altri temi in essa contenuti. Non è un’esagerazione affermare, come diverse famiglie hanno già segnalato, che pare di avere tra le mani il manifesto di una precisa corrente politica! Emblematica è la prima pagina che si commenta da sé.
In Ticino, più che altrove, stiamo già assistendo, non senza la responsabilità di certe componenti del servizio pubblico, a un’imposizione forzata del modo di trattare alcuni temi politici: le manifestazioni di piazza, le contestazioni più o meno violente, la condanna dell’autorità costituita, l’esagerazione fino al paradosso di alcuni comportamenti sociali di opposizione sono diventati la regola e quasi l’unico modo per poter manifestare ed esprimere le proprie idee.
Bandita ormai la moderazione, l’approfondimento, il lavoro serio di analisi, la valorizzazione di quei giovani che, non riconoscendosi in un certo modo di esprimere le idee, preferiscono altre vie più faticose ed impegnative.
Bandita, cosa ancora più grave, l’espressione di idee che vanno contro il “pensiero comune”, che preferiscono dare altri tagli ai temi oppure sollevano dubbi e spunti di dibattito come una sana democrazia dovrebbe fare.
L’agenda 2020/21 si inserisce purtroppo in questo pericoloso dilagare di un pensiero unico che emargina e ridicolizza tutto ciò e tutti coloro che non si riconoscono in un determinato modo di vedere la gioventù e di fare politica. Un fatto inaccettabile essendo l’agenda un importante strumento di lavoro e di riflessione consegnato a migliaia di allievi ticinesi e pagato da tutti i contribuenti. Da uno Stato serio e democratico ci si aspetta imparzialità, dialogo costruttivo, stimoli al dibattito, apertura alla pluralità delle idee… principi venuti completamente meno in questa agenda!
Domande:
1. Da chi e come viene/vengono scelti i temi nelle agende scolastiche?
2. Quanti e quali temi sono stati scartati per l’agenda scolastica di quest’anno?
3. Il CdS condivide che alcuni temi hanno anche valenza politica e che vengono esposti da un solo punto di vista? Chi decide quale punto di vista esporre?
4. Le varie autorità vengono indicate come responsabili di ogni sorta di danno contro il clima e l’ambiente e di mancanza di sensibilità alle questioni climatiche. Non pensa il CdS che l’agenda metta l’autorità in cattiva luce presso i giovani che hanno ricevuto l’agenda?
5. Ad ogni piè sospinto si parla di diritti. Non un solo accenno ai doveri.
Non crede il CdS che questo modo di presentare il mondo sia poco onesto e realistico?
6. L’agenda presenta costantemente le manifestazioni di protesta come unico modo di far valere la propria opinione. Non crede il CdS che la gioventù andrebbe indirizzata piuttosto alla comprensione delle possibilità di esercitare la democrazia come è in uso nella tradizione svizzera, tramite petizioni, iniziative e referendum?
7. L’agenda presenta l’uomo come responsabile primo dei cambiamenti climatici. Non ritiene il CdS che ciò sia poco aderente alla realtà o, comunque, che occorrerebbe almeno un accenno al fatto che il clima si modifica (e si è modificato) anche indipendentemente dall’intervento umano?
8. Per un informazione oggettiva non ritiene il CdS che l’impatto delle attività umane sul clima dovevano essere messe in relazione anche con i benefici che queste attività hanno prodotto nell’ultimo secolo (aumento della speranza di vita, benessere generale, diminuzione della mortalità infantile, eradicazione di molte epidemie, diminuzione generale degli effetti della malnutrizione, ecc.)?
9. Ci può spiegare il CdS cosa c’entrano le sparatorie nelle scuole USA con il Ticino? Si vuole forse insinuare che le armi sono criminogene, mentre ci sono centinaia di coscienziosi giovani tiratori nelle nostre associazioni di tiro?
10. Lascia esterrefatti l’unilateralità degli argomenti; non viene offerto il minimo spunto di confrontarsi con tesi e antitesi. Cosa ne pensa il CdS?
I confirmatari: Edo Pellegrini, Paolo Caroni, Sara Imelli e Bruno Buzzini