“I contrari all’iniziativa prevedono situazioni catastrofiche. Una piccola Svizzera ridotta ad essere ancora più piccola se si dovesse ribellare al potere di Bruxelles. Il punto controverso in fondo è questo: cosa succederebbe se il popolo esprimesse un sì? Sono convinto che succederà poco o nulla e che verrà concluso un nuovo accordo con altre condizioni, non solo ma metterebbe la Svizzera in una posizione di forza nell’affrontare il famoso Accordo quadro tenuto strategicamente nei cassetti.” (dal CdT odierno)
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Tullio Righinetti interviene oggi sul Corriere in favore del Sì. È uno dei pochissimi Liberali che (sino ad ora) abbiano osato farlo. La linea del partito è – a Berna e a Zurigo come a Bellinzona e a Lugano – quella di economiesuisse, senza possibile sgarro.
Di fronte a lui (sulla pagina) Fulvio Pelli, ex presidente cantonale e nazionale, per la terza volta ospite di Pontiggia (che nell’editoriale odierno non lascia il minimo spazio, erige un muro senza crepe) in pochissimi giorni. Un impegno senza risparmio!
Annotiamo ancora una volta quelli che sono (a nostro giudizio) i punti più rilevanti nella questione.
A. Il voto federale – che, a meno di un miracolo, darà il No, sarà fondamentale nell’entità numerica. Una pesante vittoria del No darebbe semaforo verde all’Accordo quadro che, nella sua forma attuale, porrebbe fine all’indipendenza politica della Svizzera.
B. Il voto cantonale avrà un significato politico che peserà molto e potrà incidere sugli equilibri partitici, anche a breve termine. Qui la Destra può vincere. Altri corrono il rischio (consapevole) di essere sconfessati dal popolo. Intendiamoci, è già accaduto. Alla Sinistra, com’è normale, importerà poco.
C. Determinante, a nostro avviso, nel campo del No è il timore della rappresaglia dell’Unione europea, che in qualche forma ci sarà. Unione dalla quale abbiamo già subito ricatti e punizioni.