Quasi tremila vittime. Schiacciate, incenerite, schiantate al suolo. E l’islam radicale, che attaccò l’Occidente.

I ricordi confusi di tutti noi si affollano nella mente di ciascuno, al suono di quel termine terribile: 11 settembre. e poi c’è la teoria complottista, quella secondo cui l’esplosivo sarebbe stato inserito accuratamente in ciascun piano delle Torri Gemelle, secondo la quale gli americani sarebbero stati complici di ciò. Follia, legalizzata tuttavia dalla teorizzazione accurata della stessa.

Il Novecento era concluso, ma il Duemila quel giorno moriva, con le sue duemila novecento vittime. Il secolo delle armi di distruzione di massa, dei genocidi, lasciava il posto al secolo degli attentati.

E così, da New York a Londra, da Nizza a Barcellona, dal 2000 al 2020 la scia di sangue continuerà a sgorgare, sorta da quella vena aperta, esplosa, d’un Occidente un tempo vittorioso ed ora costretto a un’apertura forzata, soggiogato dall’impossibilità di difesa.

A Ravenna la più grande moschea d’Europa forgia foreign fighters, nel cuore dell’Esarcato d’Occidente. Tutto iniziò quel giorno fatale, un tempo di vittoria, oggi di sconfitta: 11 settembre, non 2001 ma 1683, quando il sultano fu fermato a Vienna dall’esercito prussiano e dal carisma del monaco Marco d’Aviano. L’Europa si salvò, solo allora. Oggi, l’Occidente è ben più ampio e molto più indifeso, forse proprio per sua stessa mano.