Il Regno Unito pondera “un’uscita scomposta” dall’Unione Europea a causa del naufragio dei negoziati, senza accordi commerciali o politici.

La riunione di emergenza di ieri del Comitato, ha lasciato un forte attrito tra l’Unione Europea e il Regno Unito.  A nulla è valso il vertice fra il ministro di Stato britannico Michael Gove ed il vicepresidente della Commissione europea Maros Sefcovic che si sono lasciati con un nulla di fatto.

A far naufragare le trattative, lo spinoso nodo sul confine dell’Irlanda:  il Premier britannico Boris Johnson ha presentato in Parlamento la legge Internal Market Bill, con il quale si ripristinano le frontiere fra l’Irlanda de Nord e l’Irlanda britannica, violando uno dei passi fondamentali e più difficili del protocollo sulla Brexit firmato lo scorso anno.

Duri i toni del tweet di Manfred Weber, presidente del gruppo del PPE al Parlamento europeo: “La proposta del Regno Unito di ignorare parti dell’accordo di recesso è una violazione della fiducia senza precedenti del primo ministro Johnson e del suo governo. La validità dei nostri accordi passati è una precondizione per i negoziati sulle nostre relazioni future”.

Anche il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, si è mostrato fortemente contrario alle decisioni forti di Johnson, scrivendo si Twitter: “L’accordo di recesso è stato raggiunto e ratificato da entrambe le parti, e deve essere applicato in pieno. La violazione della legge internazionale non è accettabile e non crea la fiducia necessaria per costruire la nostra relazione futura”

Anche Ursula von der Leyen si dice preoccupata e sfiduciata nei confronti del Regno Unito.

L’emittente televisiva della BBC commenta: “A dispetto del clima pessimo, l’impressione è che nessuna delle due parti voglia essere la prima a sbattere la porta e andarsene”.