Italia, elezioni. Alle Regionali Salvini ha perso drasticamente consenso: aveva fatto un prognostico eccessivamente ottimista, quello di conquistare tutte le 7 regioni e di strapparle alla sinistra. Non è stato così. Firenze e la Toscana non hanno accolto la conquista ruspante di Salvini: così come accaduto per l’Emilia, la candidata della Lega Susanna Ceccardi è arrivata al 40% un ottimo risultato, soprattutto se considerato in una Regione storicamente rossa, comunque, ma non bastante per vincere: il suo avversario del Partito Democratico, Eugenio Giani, ha vinto col 48%.

In Veneto Luca Zaia ottiene il suo terzo mandato consecutivo, vincendo con il 77 % dei voti. Un risultato incredibile, che conferma un Presidente amatissimo dal suo popolo. La lista di Zaia è, però, personale: quella della Lega Salvini in Veneto ha ottenuto appena il 17%. Un altro tracollo, per Salvini.

Trionfa invece Forza Italia in Liguria, dove Giovanni Toti viene riconfermato: un risultato storico per una regione dove, fino a pochi anni fa, i candidati di centrodestra venivano accolti con lanci di ortaggi dal popolo notoriamente di sinistra. Una dimostrazione di aver ben superato le crisi del dissesto idrogeologico, e, soprattutto, del Ponte Morandi.

Ottimo exploit di Giorgia Meloni nelle Marche che, dopo 25 anni di centrosinistra, cambiano colore: Francesco Aquaroli del centro destra vince su Maurizio Mangialardi, del centrosinistra.

In Campania e in Puglia trionfa invece il centrosinistra, rispettivamente De Luca su Caldoro, e Emiliano su Fitto.

Rispettivamente, tenendo conto anche della vittoria del Sì al Referendum (per cui erano favorevoli anche coloro che tra loro erano “nemici” politici), il risultato è omogeneo, amalgama un sentire politico di un’Italia ormai stanca di dispute e piuttosto accondiscendente col cambiamento, anche se non troppo.