Il 13 ottobre 1307, all’improvviso, in esecuzione di un ordine segreto di Filippo IV il Bello, re di Francia, tutti i Cavalieri dell’ordine del Tempio, i loro dignitari e il supremo Gran Maestro Jacques De Molay vennero arrestati e le loro immense ricchezze furono confiscate.

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Con queste parole si può iniziare a parlare della fine dei “Poveri Compagni d’armi di Cristo e del Tempio di Salomone”, meglio noti come Cavalieri del Tempio o più semplicemente come Templari, uno dei primi e dei più noti ordini religiosi cavallereschi cristiani medioevali.

MolayLa loro nascita avviene in Palestina, nel contesto delle battaglie tra cristiani e musulmani, negli anni successivi al 1096, data della prima grande crociata. La tradizione narra che i cavalieri del Tempio si erano formati per proteggere i pellegrini cristiani in viaggio verso la Terrasanta e Gerusalemme. Ufficializzato nel 1129, l’Ordine dei Templari prese una doppia fattezza di monaci e combattenti e ben presto assunse anche una dimensione “finanziaria”. Gestendo i beni dei pellegrini diretti ai luoghi santi della Cristianità e anche grazie ai privilegi papali, negli anni l’Ordine divenne molto ricco e questo inevitabilmente attirò antipatie ed invidia.

Il nemico peggiore dei Templari era Filippo IV il Bello, re di Francia dal 1285 al 1314. Un sovrano indebitato e ridotto in bancarotta, confrontato con il malcontento di una nazione in grave dissesto economico. Intenzionato ad impossessarsi dei beni dei Templari, che oltre ad un tesoro immenso, possedevano terre, castelli, fortezze ed abbazie.

Dopo aver inutilmente tentato di entrare a far parte dell’Ordine, Filippo incaricò i propri consiglieri di formulare delle precise accuse contro i Templari. Il 13 ottobre 1307, in esecuzione di un suo ordine tutti i Cavalieri dell’ordine del Tempio, i loro dignitari e il supremo Gran Maestro Jacques De Molay vennero arrestati.

Nei loro confronti accuse gravissime: l’eresia, il rinnegamento di Gesù, lo sputo sulla Croce durante le cerimonie di iniziazione, l’adorazione dell’idolo pagano Baphomet. Accuse di sodomia e altre pratiche contro natura. L’accusa di tenere rapporti amichevoli con i musulmani in Terrasanta, permettendo loro di pregare nei siti di culto cristiani.

Il processo contro l’Ordine del Tempio doveva essere riservato all’autorità ecclesiastica mentre invece è in gran parte diretto da funzionari agli ordini di re Filippo, il quale considera tutta la faccenda una mera formalità. Ha infatti già deciso per la condanna a morte di tutti i cavalieri. Le colpe che sono loro addebitate vengono ammesse da molti templari sotto tortura. Anche Jacques de Molay, ultimo grande maestro dell’Ordine confessa. Ritratterà in seguito ma la sua sorte, come quella dei suoi compagni è ormai segnata.

Nonostante le pressioni di Filippo il Bello, nessun altro governante d’Europa aderisce alla persecuzione dell’Ordine, che viene ufficialmente sciolto nel marzo 1312 per ordine di Papa Clemente V, pontefice in balìa del re francese.

Due anni più tardi quasi tutti i templari sono morti sul rogo. Diversi si erano salvati sfuggendo all’arresto di sette anni prima e dirigendosi verso altri paesi europei. Alcuni avevano trovato rifugio in Terrasanta.

Il 18 marzo 1314 a Parigi sono condotti al rogo i tre ultimi grandi dignitari dell’Ordine: di uno non si conosce il nome, il secondo è Geoffroy de Charnay e il terzo è Jacques De Molay, giunto al suo 71esimo anno di età.

I due grandi accusatori dell’Ordine non sopravvissero a lungo (si dice a causa di una maledizione lanciata da De Molay pochi istanti prima di morire). Papa Clemente morì dopo un mese, il 20 aprile, mentre Filippo il Bello morì pochi mesi dopo, nel novembre 1314.

La Pergamena di Chinon, rinvenuta qualche anno fa negli Archivi vaticani è l’atto di assoluzione concesso nel 1314 dai cardinali plenipotenziari di Papa Clemente V ad alcuni dignitari templari, tra cui il Maestro Jacques de Molay. Secondo quanto scritto nella pergamena, Papa Clemente intendeva perdonare i templari, assolvere De Molay e non andare oltre la sospensione dell’Ordine, decretata nel 1312. Un’assoluzione che però non venne mai applicata.