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Per la commemorazione del 75esimo anniversario della fondazione del “workers party” (il Partito dei Lavoratori) smentendo gli inutili e costanti “gossip” sul suo stato di salute, è riapparso in pubblico il Presidente della Repubblica Popolare della Corea del Nord, il “monarca rosso”: Kim Jong-un.

È il terzo nella dinastia dei Kim iniziata dal nonno Kim Il-sung sotto protezione russo-cinese dalla fine del secondo conflitto mondiale. Il “grande leader” ha dato inizio durante la “guerra fredda” ( Usa-URSS ) ad un conflitto per procura per l’asse comunista (1950-53).

Uno scontro cruento e drammatico fra due pezzi dello stesso paese che fu causa di oltre 2 milioni di morti militari e civili. Nord e Sud non si sono più riavvicinati dall’armistizio del 1953. L’unico punto di comunicazione, nel mezzo di una zona demilitarizzata, sono le “casematte” di Panmunjom che hanno separato per sempre i membri delle povere famiglie coreane rendendo impossibile qualsiasi ricongiungimento.

Proprio nella piazza intestata in onore di Kim Il-sung si è celebrato il 12 scorso il 75esimo anniversario della fondazione del Partito. Questo è quello che sappiamo dal quotidiano nord coreano “Rodong Sinmun” che ha anche pubblicato una foto del “maresciallo” attorniato da due dei suoi collaboratori “top”, ma altri media hanno diffuso anche un filmato.

Il suo discorso è stato preceduto da una parata semi-notturna dell’arsenale militare del paese, con enfasi sull’innovazione e sulla potenza e gettata dei suoi missili nucleari.

Secondo l’Agenzia della Corea del Sud, Yonhap, il leader avrebbe dichiarato che nel suo paese le armi sono solo un deterrente per la difesa contro forze ostili ed ha aggiunto che “chiunque dovesse mettere a rischio la nostra sicurezza nazionale, dovrà affrontare la più potente forza offensiva a nostra disposizione e colpiremo anche preventivamente”.

Qualcuno potrebbe anche tentare di minimizzare la forza e modernità dell’arsenale militare/nucleare della Repubblica Popolare, ma va tenuto conto del parere di Ankit Panda, un esperto alla Carnegie: “sebbene delle analisi più approfondite siano necessarie, le armi rappresentano il più grande propellente liquido ICBM su strada, con certezza!” Ed ha aggiunto che “il Paese continua ad investire e rafforzarsi nel convenzionale e nucleare e sono un pericolo per gli Stati Uniti”.

Il discorso di Kim, durato 25minuti, è stato giudicato dagli esperti molto calibrato per il suo pubblico. Con molte scuse e ringraziamenti ai cittadini per la difficile situazione economica con la quale devono convivere.

Secondo l’analista Rachel Lee è piuttosto inusuale per Kim scusarsi e ringraziare la popolazione, “e l’ho visto emozionarsi durante la sua apparizione pubblica”.

Kim ne ha ben donde di scusarsi con i suoi cittadini perché l’economia è messa a dura prova da diversi fattori. Prima di tutto dalla chiusura delle frontiere a causa del virus (in sostanza il confine cinese) che ha ridotto gli scambi ed accentuato il calo dei ricavi commerciali. Sul virus nel Paese naturalmente si sa poco.

In secondo luogo dalle carestie a seguito dei danni causati dalle violente inondazioni e per ultimo dai danni causati dalle pesanti sanzioni sia Usa che delle Nazioni Unite. Il tutto in una situazione di stallo nelle negoziazioni abortite con Trump che per ora non riprenderanno.

In sostanza, in presenza di una situazione geopolitica non positiva per Pyongyang, Kim, pur sottraendo enormi risorse al benessere dei suoi cittadini, non vede altra alternativa che continuare ad essere armato fino ai denti.

Soprattutto con armi atomiche trasportabili a lungo distanza(ICBM) costringendo Washington – e non solo – a rimanere con il fiato sospeso.

Vittorio Volpi