Italia, alle 21 tutti in casa!

 

Si è fatto attendere il premier Giuseppe Conte che è arrivato in diretta televisiva solo alle 21.20, annunciando misure abbastanza drastiche per appiattire la curva dei contagi, che comunque è risalita.

Le decisioni consistono nel coprifuoco alle 21, deciso dai sindaci, nelle zone della movida dove si verificano assembramenti; vietate riunioni e conferenze, a meno che non siano a distanza.

Sono vietate le tavolate nei ristoranti e i convegni in presenza.

Scuola sì, scuola no, palestre ni

Didattica: alle superiori resta la scuola in presenza, ma con forme flessibili consistenti, pertanto, nell’ incremento della didattica digitale, spinta ai turni pomeridiani. Ingresso, per la gioia dei ragazzi, a partire dalle 9.

Le palestre resteranno aperte solo se si adegueranno in una settimana ai protocolli di sicurezza anti-Covid.

Vietatissime sagre e fiere di paese, eccezion fatta per le manifestazioni fieristiche a carattere nazionale o internazionale.

Le suddette nuove misure sono in vigore a partire dal 19 ottobre e fino al 21 novembre.

Vi sono anche norme sulla sospensione dell’esame pratico di guida, che entrano in vigore il 21 ottobre.

Non si sono fatte attendere le proteste dei sindaci

Provenienti in particolar modo da parte dei sindaci che ora accusano il governo di giocare allo scaricabarile. Il presidente dell’Anci e sindaco di Bari Antonio De Caro attaccano: “Il governo, senza nemmeno affrontare il tema nelle numerose riunioni di queste ore, inserisce in un Dpcm una norma che sembra avere il solo obiettivo di scaricare sulle spalle dei sindaci la responsabilità del coprifuoco agli occhi dell’opinione pubblica. Questo non lo accettiamo. Ci saranno le forze dell’ordine a controllare le aree pubbliche in cui sarà vietato l’ingresso e a riconoscere residenti e avventori dei locali? I cittadini non si sposteranno da una piazza a un’altra? Nei momenti difficili le istituzioni si assumono le responsabilità non le scaricano su altre istituzioni con cui lealmente dovrebbero collaborare. I sindaci sono abituati ad assumersi le loro responsabilità. Vorremmo che tutte le istituzioni facessero lo stesso”.

È riguardo al coprifuoco, infatti, che è in corso una strenua diatriba per la bozza modificata del decreto. Inizialmente si leggeva che I sindaci potranno disporre la chiusura al pubblico dopo le 21 di vie e piazze dove si creano assembramenti mentre la disposizione è poi divenuta: “I sindaci potranno disporre la chiusura al pubblico dopo le 21 di vie e piazze dove si creano assembramenti, consentendo l’accesso solo a chi deve raggiungere esercizi commerciali o abitazioni private”, un’ulteriore misura restrittiva, che ha fatto infuriare i primi cittadini.