Si chiama Attila: il nuovo flagello di Dio, è un influencer con oltre 100 mila followers. È un negazionista del Covid e ha sfregiato opere “pagane”, in quanto da lui definite “sataniche” e colpevoli del “covid”. Ma Attila non distruggeva le Chiese? D’altronde, è la moda, di rinnegare capovolgere la Storia e qui c’è chi lo ha preso alla lettera.

Tra terrapiattisti, negazionisti dell’olocausto e del covid, nonché annullatori della storia, la ruota non gira granché bene.   

I negazionisti del Covid hanno sfregiato opere egizie a Berlino

Sono oltre 70 le opere d’arte che sono state imbrattate con un misterioso liquido oleoso. Accusati dell’ignobile azione sono i negazionisti della pandemia. Il caso risale al 3 ottobre ma soltanto in questi giorni è stato annunciato ai media. Sono state la Zeit e l’emittente Deutschlandfunk a rivelare l’attacco, poi confermato dalla polizia della capitale tedesca.

Il 3 ottobre, infatti, ricorreva l’anniversario della riunificazione tedesca, e così sono stati colpiti dei simboli eccelsi della civiltà, quali il Pergamon, il Neues Museum, la Alte Nationalgalerie.

L’attacco – abominevole – è «uno dei più estesi attacchi alle opere d’arte e alle antichità nella storia del dopoguerra in Germania», le opere d’arte vittime di questo sfregio sono ahinoi preziosissimi sarcofaghi egizi, sculture in pietra, dipinti del XIX esimo secolo: tutti macchiati di olio, in ciascun museo preso di mira dai negazionisti: il museo di Pergamo, Alte Nationalgalerie e il Neues Museum.

La Prussian Heritage Foundation, responsabile di tutte le collezioni, ha confermato i danni. La polizia indaga: l’ufficio criminale del Land di Berlino (Lka) ha sin da subito fatto appello a tutti coloro che avevano visitato il museo il 3 ottobre, acquistando biglietti, affinché diano il proprio contributo segnalando e testimoniando.

Tra le ipotesi si pondera quella del cospirazionismo: l’autore, secondo quanto riportano i media tedeschi, sarebbe un ex chef antivegano, che, per ironia della sorte, si chiama proprio Attila, Attila Hildmann, 39 anni, che definisce il museo di Pergamo come il «Trono di Satana, centro dei satanisti e dei criminali del Coronavirus».

Lo splendido monumento sarebbe, quindi, al centro del “satanismo globale”, in quanto contiene una ricostruzione dell’antico altare greco di Pergamon.

L’uomo, classico esempio degli influencer d’oggi giorno, ha oltre 100mila follower. Si tratta di uno dei più grandi sostenitori della teoria, priva di alcun riscontro scientifico, del QAnon e nel mese di agosto aveva sostenuto che la cancelliera Angela Merkel usasse l’altare per “compiere sacrifici umani”. Martedì sera, ha condiviso l’articolo in cui si parlava del gesto vandalico su Telegram, aggiungendo la frase: “Fatto, è il trono di Baal” (Satana).

Ad Atene, nel 2018, due donne erano state fermate in tempo mentre, in nome della Bibbia, cercavano di sfregiare opere al Museo Nazionale di Storia.