Molti cattolici hanno accolto con favore l’approvazione del Pontefice sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso. Per altri invece le parole del Papa contraddicono l’insegnamento della Chiesa. “La dichiarazione del Papa contraddice chiaramente quello che la Chiesa ha insegnato fin da vecchia data sulle unioni tra persone dello stesso sesso. La Chiesa non può sostenere l’accettazione di relazioni oggettivamente immorali”, questo il parere del cattolico conservatore vescovo di Providence Thomas Tobin.
“Le persone omosessuali hanno il diritto di avere una famiglia. Sono figli di Dio. Nessuno dovrebbe essere estromesso da questo”, afferma il Santo Padre, “Ciò che dobbiamo creare è una legge di convivenza civile. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo”, continua Papa Francesco nel film documentario “Francesco” diretto dal pluripremiato regista di origine russa Evgeny Afineevsky e presentato mercoledì in anteprima mondiale al Festival del cinema di Roma.
Il film racconta la storia di Papa Francesco negli ultimi sette anni e mezzo, con i suoi molti viaggi fatti prima della pandemia da coronavirus e parla della sua gestione degli scandali di abusi sessuali che hanno travolto la Chiesa. Si focalizza anche su questioni che hanno distinto il suo papato, tra cui la questione ambientale, la povertà, la migrazione e la disuguaglianza.
Affermazioni forti quelle del Papa che rappresentano un cambiamento storico nella dottrina cattolica. Dichiarazioni che vengono considerate dai suoi oppositori conservatori come uno sforzo per spostare la Chiesa cattolica verso valori progressisti. Alcuni lo hanno anche attaccato pubblicamente arrivando ad accusarlo di eresia. Ma non i sostenitori di fede cattolica di orientamento liberale, che condividono i valori contenuti nel messaggio del Santo Padre. Questi ultimi ritengono anzi che il modo in cui i cristiani conservatori distorcono questo “messaggio di amore e giustizia che Gesù ha proclamato”, potrebbe avere un effetto alienante.
Un vecchio documentario del Vaticano del 2003, spiegava come mai era necessario opporsi al riconoscimento legale delle unioni omosessuali: “Perché oscurano alcuni valori morali di base e provocano una svalutazione dell’istituzione del matrimonio”. Un punto di vista che limita l’istituzione del matrimonio ad un uomo e una donna.
Il matrimonio però, rimane intatto indipendentemente dalle osservazioni fatte dal Papa sulle unioni tra persone dello stesso sesso, perché non ha la capacità di cambiare l’insegnamento sulla permanenza e l’esclusività del matrimonio. Papa Francesco infatti, prende le distanze da qualsiasi rischio di confusione tra matrimonio e unioni civili senza stabilire analogie. L’accoglienza che si deve alle persone omosessuali non può in nessun modo intaccare la centralità della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna.
I gesuiti, che osservano il voto di totale obbedienza al Papa e sono impegnati nelle missioni di educazione, hanno sempre sostenuto una maggiore accoglienza nei confronti delle persone LGBT (lesbian, gay, bisexual and transgender). “Il sostegno di Papa Francesco alle unioni civili tra persone dello stesso sesso è un importante passo avanti nel sostegno della Chiesa alle persone omosessuali, compresi i cattolici omosessuali, in linea con il suo approccio pastorale, e invia un forte segnale ai paesi in cui la Chiesa si è sempre opposta a tali leggi”, ha dichiarato un importante gesuita, Padre James Martin.
Nell’esortazione apostolica di Papa Francesco rivolta alla pastorale familiare pubblicata nel 2016 con il libro “Amoris Laetitia”, figura una sua frase celebre pronunciata nel 2013 durante una conferenza stampa sull’aereo di ritorno dal viaggio apostolico in Brasile: “Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?”.