Recep Tayyip Erdogan, è il prescelto del Profeta. È lui il successore di Maometto che radunerà le schiere dell’Islam per combattere i cani infedeli di Allah.  È lui che radunerà le schiere contro l’occidente, e tenterà l’ultima conquista dell’Europa. Non ha mai dimenticato Vienna e Lepanto, osanna la presa di Costantinopoli da parte del sultano Maometto II.  Dopo aver accusato il presidente della repubblica francese Emmanuel Macron di essere razzista nei confronti dei musulmani, dopo aver (al limite del risibile) accusato l’Europa di trattare i musulmani come gli Ebrei nella Germania di Hitler, e chiesto il boicottaggio delle merci francesi, ieri ha preteso di convocare l’incaricato d’affari francese ad Ankara, per esigere le scuse in seguito alle vignette satiriche nei suoi confronti, da parte di Charlie Hebdo.

La spudoratezza di un sultano salito sul trono, che distrugge le chiese bizantine, copre di stucchi i mosaici dell’arte cristiana ed esige, a pochi giorni dall’attentato islamico di Nizza, da parte del tunisino Brahim Aoussaoui, che ha visto lo sgozzamento di Simone Barreto Silva, mamma di 3 bambini, 44 anni, che prima di spirare ha detto “dite ai miei figli che li amo”, la decapitazione di Vincent Loqués, sacrestano della Cattedrale e una sessantenne inginocchiata in preghiera, decapitata; nonché a pochi giorni dalla decapitazione di Samuel Paty, professore di 47 anni che aveva tenuto una lezione sulla libertà d’espressione in classe, la spudoratezza, dunque, di un presidente turco che, nonostante il suo aperto appoggio all’Islam, il suo ben guardarsi da dissociarsi dagli attentati in nome della religione da lui fomentata, esige le scuse dell’ambasciatore francese per le vignette alla radice (pretestuosa) degli attentati islamici, è pericolosa, e non solo ridanciana. Poiché è uno scontro epocale di ideologie, quella laica, occidentale, che permette la blasfemia (talvolta ai limiti del buongusto), ma la permette per le sue stesse origini, e quella islamica che vede degli occidentali infedeli da uccidere (anche, ma non solo) per i precedenti motivi.  Anche, ma non solo: le vittime dell’ultimo (ennesimo) attentato, non erano infatti minimamente colpevoli di “blasfemia nei confronti del profeta”, ma, semplicemente, pregavano la loro religione. È palese, dunque, la guerra di religione, iniziata da una sola parte, ben nota, fomentata da un determinato presidente, nei confronti non già del cristianesimo, ma del laicismo occidentale.

Recentemente, inoltre, Erdogan ha esortato i musulmani ad unirsi per “affrontare le sfide comuni” e “difendere la Palestina da Israele” nonché “contrastare l’islamofobia montante”.

“Il mondo islamico” ha detto “è facilmente manipolabile perché i musulmani non sono uniti. I paesi musulmani stanno affrontando molte minacce” ha continuato “tra cui il terrorismo e la guerra civile, oltre all’ascesa della xenofobia”. Il rischio, insomma, è quello di avere in Erdogan un nuovo Saladino, pronto a riunire i combattenti del Profeta sotto la mezzaluna islamica, e attaccare, (ancora una volta) “i Crociati”. Cioè tutti gli europei, laici o cristiani che siano.