Questa storia infinita del Molino – nata nel lontano 2002 per decisione di Giorgio “ReGiorgio” Giudici e Giuliano Bignasca, le cose bisogna pur dirle – ha qualcosa che non mi quadra (e non dovrei essere l’unico a pensarla così).

In linea teorica l’unico sostegno in municipio per gli autogestiti è la municipale socialista, signora Cristina Zanini Barzaghi. Il Sindaco, Quadri e Foletti, no; il Vicesindaco e Badaracco, no; Jelmini no. E in consiglio comunale solo il gruppo socialista. E dunque?

Possibile che questi molinari comandino a tutti e a tutta la Città? Forse non ho inquadrato bene la situazione. Magari Quadri stesso saprà illuminarmi.

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L’ipocrisia della sinistra luganese emerge plateale dalle reazioni all’ultima manifestazione illegale e violenta dei cosiddetti autogestiti, tenutasi lo scorso venerdì in Piazza Molino Nuovo e poi in centro.
Dato che a prendersi una testata da un’autocertificata ”anarchica” è stata la giornalista di un foglio di sinistra (LaRegione) ecco che improvvisamente giunge anche la condanna socialista. Vedi al proposito le dichiarazioni del presidente della sezione PS di Lugano apparse sul CdT di lunedì.

Addirittura un dirigente cantonale del PS, oltretutto dipendente della Città di Lugano, ha deplorato gli atti vandalici sulla fontana di Molino Nuovo in quanto progettata da un architetto di sinistra (Tita Carloni). Fosse stata progettata da un architetto di destra, ne avrebbe giustificato non solo l’imbrattamento, ma anche la demolizione? E su tutti gli altri beni pubblici (quindi di proprietà del suo datore di lavoro) e privati danneggiati venerdì sera, questo illuminato signore non ha nulla da dire?

Curiosamente, quando nel settembre del 2019 i “molinari” – ancora una volta nell’ambito di una manifestazione illegale – sfilavano in via Monte Boglia, vandalizzando edifici privati e berciando minacce di morte contro il sindaco Borradori ed altri esponenti della Lega, non solo il presidente della sezione socialista di Lugano non aveva nulla da dire, ma presenziava alla manifestazione assieme alla municipale socialista ed ai vertici del suo partito.

Si ricorda inoltre che il PS ha sempre protetto ad oltranza gli okkupanti dell’ex Macello, ed anzi vorrebbe lasciarli lì anche dopo che la città avrà (forse) investito 26 milioni di Fr di proprietà del contribuente luganese – quello che deve attenersi alle regole e rispettare le leggi, al contrario degli autogestiti sponsorizzati dai socialisti – per riqualificare il sedime.

In questo contesto, che il presidente sezionale PS ancora si metta a disquisire sul fotomontaggio pubblicato sulla prima pagina del Mattino che mostra una ruspa all’ex Macello, è talmente grottesco da non meritare nemmeno un commento.

Lorenzo Quadri, municipale di Lugano, Lega dei Ticinesi